«Gli ultrà volevano massacrarci
Noi accerchiati e colpiti con ascia»

«Gli ultrà volevano massacrarci Noi accerchiati e colpiti con ascia»
di Giuseppe Crimaldi Bruno Majorano
Venerdì 28 Dicembre 2018, 07:26 - Ultimo agg. 14:24
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Un piano di guerriglia studiato a tavolino, in ogni minimo dettaglio. Per settimane le frange del tifo violento interista, varesino e nizzardo hanno curato la preparazione dell'assalto ad una carovana di tifosi del Napoli in trasferta a Milano. E mercoledì pomeriggio è scattato il raid. Un'azione premeditata, come sottolineerà lo stesso questore del capoluogo lombardo Marcello Cardona commentando quei minuti di puro terrore scatenati alla vigilia di Inter-Napoli. Bilancio: un morto e quattro feriti.
 



L'inferno si scatena intorno alle 19 in via Novara, a circa due chilometri dallo stadio San Siro. È qui che all'improvviso - proprio mentre transitano 8 Van noleggiati da supporters azzurri - da alcune traverse laterali si materializzano gli assalitori, poco meno di un centinaio: tutti incappucciati e con il volto coperto, armati fino ai denti con spranghe, catene e coltelli. «All'improvviso sono sbucati da tutte le parti», racconta una delle vittime dell'agguato che però vuole rimanere anonima.

«Erano circa una sessantina, poi sono diventati ottanta se non addirittura cento. Un tifoso interista, armato di ascia ha colpito il finestrino davanti distruggendolo completamente. Volevano massacrarci» In quel momento è iniziato il lancio di pietre verso i van e i napoletani hanno reagito dando il via alla colluttazione. Gli interisti sapevano perfettamente dove e quando intervenire, erano forse addirittura stati avvisati da complici del passaggio della carovana azzurra. Le auto si bloccano, i napoletani escono terrorizzati dai mezzi accerchiati e colpiti, in quattro (nessuno di loro appartenente ai gruppi del tifo organizzato napoletano, secondo quanto riferito dalla Questura di Napoli) vengono aggrediti: Giovanni Stabile, 43 anni, viene accoltellato all'addome, Angelo Iazzetta, 39, è raggiunto da un colpo di lama al braccio e portato in ospedale a Rho; Angelo Simone, di 37 anni, e il quarantenne Luigi Corrente, subiscono lesioni meno gravi. Nessuno versa in pericolo di vita. Dell'agguato si hanno prove anche allo stadio Meazza. «I due transit con i segni della colluttazione li ho visti anche io personalmente poi all'interno del parcheggio settore ospiti», racconta un altro tifoso. Ma non è tutto. «I van dei napoletani erano scortati da una volante della polizia, che non appena è scoppiato il casino si è dileguata», aggiunge.

 
In quegli stessi frangenti matura la tragedia. Nel gruppo dei violenti c'è Daniele Belardinelli, 35enne ultrà del Varese, squadra gemellata con l'Inter, già sottoposto in passato a Daspo di 5 anni. L'uomo viene investito in pieno da un Suv che percorre la corsia di sorpasso, il cui conducente - forse terrorizzato per quanto accadeva pochi metri più in là decide di accelerare e fuggir via senza nemmeno fermarsi dopo aver centrato la vittima. Anche se alcuni dei presenti negano di aver visto alcun mezzo investire un tifoso dell'Inter, ma ricordano solo di aver visto un uomo a terra gravemente ferito. La polizia non ha ancora identificato il conducente che, tuttavia, avrebbe le ore contate. Secondo gli investigatori potrebbe trattarsi anche di persona estranea alle due tifoserie.

Secondo indiscrezioni che trapelano dal fitto riserbo che avvolge le indagini i gruppi provenienti da Varese e Nizza avrebbero pianificato via whatsapp, in un gruppo segreto, l'azione di guerriglia. La componente di ultrà francese avrebbe deciso di partecipare alla spedizione punitiva contro i napoletani per «lavare l'onta» degli scontri in autostrada che si verificarono il 2 agosto 2015 in autostrada, quando tra nizzardi e napoletani si scatenò una fitta sassaiola con contusi e feriti.

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