Sì all’obbligo vaccinale per i docenti e “nì” al Green pass a bordo di aerei, navi e treni. È questo in estrema sintesi l’umore con cui, a quanto trapela, i ministeri e Palazzo Chigi si stanno preparando alla cabina di regia e al Consiglio dei ministri che si terranno tra domani, mercoledì e giovedì. La data buona ancora non è stata individuata per il semplice fatto che su una buona parte dei dettagli dei provvedimenti non c’è un’intesa.
La seconda ipotesi invece, prevede una partenza “lenta” per treni, aerei e navi. Vale a dire che esibire la certificazione verde con il biglietto per salire a bordo e un documento di identità, sarebbe necessario solo a partire da settembre. Una differenza di vedute all’interno del governo che si cercherà di appianare nella maniera più oggettiva possibile, cioè guardando ai dati dei contagi e delle ospedalizzazioni. Se poi questi fossero particolarmente positivi non è neppure del tutto escluso che si faccia un passo indietro.
LA SCUOLA
D’altro canto, la partita non è chiusa neppure per quanto riguarda la scuola. Se il piano operativo per il rientro in classe in sicurezza è più o meno già definito (verrà presentato alle Regioni mercoledì dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi), fa ancora discutere l’obbligo vaccinale per gli operatori scolastici. Tra professori e personale Ata, i non immunizzati sarebbero circa 220mila. Il 15,06% del totale, con grosse differenze tra le regioni. Al 100% raggiunto da Campania e Friuli Venezia Giulia fanno infatti da contraltare la Sicilia dove, ad esempio, ne mancano all’appello ancora il 42,8%, ma anche la provincia autonoma di Bolzano (il 37,6%) e la Liguria (il 34,7%). Situazioni ritenute inaccettabili dal governo ma inverosimili dalle Regioni. Queste ultime infatti contestano i dati. In altre parole un bel caos in cui ora sta cercando di districarsi il commissario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Al Generale spetta il compito di tracciare un quadro della situazione più fedele e quindi dare gli strumenti per decidere all’esecutivo.
Perché ciò avvenga però, servirà ancora del tempo dato che è stato fissato al 20 agosto il termine ultimo entro il quale i governatori dovranno comunicare al Commissario i nuovi dati. Ed è anche per questo che il premier Mario Draghi sta puntando ad una mediazione con M5s e Lega (che si dicono fermamente contrari all’obbligo vaccinale). L’idea è prendere ancora tempo e individuare una soglia minima di copertura da dover raggiungere entro una data prestabilita. Proprio il 20 agosto potrebbe essere il giorno giusto, ma non tutti ne sono proprio convinti. «E se a quel punto i prof da vaccinare sono ancora più del 30% come facciamo? C’è il rischio che non si faccia in tempo per far tornare in aula i ragazzi» spiega una fonte di governo.
Francesco Malfetano
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