Alla guida col cellulare: stretta al palo, i lockdown non frenano gli incidenti

Alla guida col cellulare: stretta al palo, i lockdown non frenano gli incidenti
di Emilio Fabio Torsello
Giovedì 4 Marzo 2021, 00:11 - Ultimo agg. 13:19
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L’inasprimento delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza, i limiti di velocità in autostrada, ma soprattutto i nuovi provvedimenti per quanti vengono pizzicati dalla polizia a guidare con il telefono cellulare in mano: la riforma del Codice della Strada 2021 prometteva una stretta contro quanti hanno l’abitudine di guidare con una mano al volante e l’altra al telefono, ma di fatto le suddette proposte sono rimaste solo delle buone intenzioni.  

Attualmente, a parte la sanzione, se si viene beccati a telefonare mentre si è alla guida (o a usare tablet o computer), senza l’ausilio di auricolari o vivavoce, la patente viene sospesa solo in caso di recidiva. Come dire: una volta può andar bene. Eppure, tra le proposte che da mesi tornano sul banco della Commissione Trasporti, c’è proprio l’incremento delle sanzioni per la guida senza auricolari o vivavoce, con una multa che andrebbe da 422 euro a 1.697 euro e la sospensione della patente da sette giorni a due mesi già quando si viene fermati o fotografati la prima volta, cui si aggiungerebbe la decurtazione di cinque punti dalla patente. In caso di recidiva, la sanzione sarebbe salita fino a 2.588 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e decurtazione di 10 punti. Ebbene, tale riforma è ferma al palo. 

E che la situazione sia quanto mai grave lo dicono anche le statistiche. Nonostante il lockdown e il blocco del traffico per diversi mesi, infatti, secondo i dati della Polizia di Stato nel 2020 le multe per mancato utilizzo degli auricolari o del vivavoce (art. 173 CdS) sono state complessivamente 17.748 in autostrada e 21.575 sulle strade comunali ed extraurbane, per un totale di quasi 40 mila sanzioni comminate (39.323). 

Il dato però è solo di poco inferiore a quello fatto registrare nel 2019, quando di pandemia e lockdown ancora non si parlava e il traffico era regolare: 23.307 multe elevate in autostrada, 29.961 sulle strade extraurbane e comunali, per un totale di 53.268 sanzioni. Considerando la scarsa circolazione di veicoli nel 2020 proprio a causa dei diversi blocchi del traffico, dello smartworking e dell’impossibilità di muoversi tra regioni che tutt’ora dura, la percentuale di quanti utilizzano il telefono alla guida è stata quindi molto più elevata. E il trend è in crescita: da gennaio 2021 a oggi, le sanzioni comminate per l’utilizzo del telefono alla guida sono state già 6.991 (di cui 3.019 in autostrada e 3.972 su strade extraurbane o comunali), appena 1.537 in meno rispetto al 2019. Che l’utilizzo dello smartphone al volante sia un’abitudine che non conosce lockdown, lo dicono anche i dati della Polizia di Stato relativi alle altre violazioni del Codice della strada: per la guida in stato di ebbrezza, ad esempio, nel 2019 le multe complessive sono state 17.368, nel 2020 si sono fermate a 8.797. E lo stesso vale per molte altre violazioni del Codice della Strada. 

Inapplicate sono anche le norme non inserite nel DL Semplificazioni proprio sulla guida sotto l’effetto di alcool e droghe: secondo quanto previsto dalla riforma rimasta lettera morta, le forze dell’ordine avrebbero potuto procedere al prelievo salivare al posto di quello di mucosa del cavo orale; così come il Cnel nell’agosto dello scorso anno aveva proposto l’installazione di dispositivi di blocco nelle auto di quanti erano stati già condannati per guida in stato di ebbrezza, oltre a specifici codici da far risultare sulla loro patente: in caso di tasso alcolemico del guidatore superiore ai limiti, il motore non si sarebbe dovuto avviare.

Ferma anche la decisione sulla durata del semaforo giallo e il limite di velocità a 150 chilometri in autostrada, laddove le condizioni di sicurezza lo consentano. 

«La situazione è drammatica – spiega Vincenza Bruno Bossio (Pd), segretario della Commissione Trasporti - la vicenda del codice della Strada in questi due anni ha subito diverse peripezie: mentre in Commissione discutevamo in modo anche coeso, arrivavano gli emendamenti estemporanei o le iniziative ministeriali. Ora con il nuovo ministro e il nuovo governo bisogna capire quale sarà l’indirizzo». E sulla prevenzione l’onorevole Bossio invoca la tecnologia: «Come già avviene per la scatola nera, bisognerebbe installare dei sensori a bordo delle auto, tali da rilevare l’utilizzo del telefono o di altri dispositivi elettronici, dando un conseguente vantaggio economico sul fronte assicurativo». 

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