Strage in Abruzzo, l'hotel Rigopiano al centro di un processo per abusivismo: furono tutti assolti

Strage in Abruzzo, l'hotel Rigopiano al centro di un processo per abusivismo: furono tutti assolti
Giovedì 19 Gennaio 2017, 13:35 - Ultimo agg. 14:23
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L'Hotel Rigopiano distrutto dalla valanga a Farindola è stato al centro di una vicenda giudiziaria, terminata con l’assoluzione di tutti e sette gli imputati, perché il fatto non sussiste. Scagionati Paolo e Roberto Del Rosso, all'epoca dei fatti proprietari dell'Hotel Rigopiano, poi passato alla Gran Sasso Resort, Antonello De Vico, ex sindaco di Farindola, all'epoca consigliere comunale; Massimiliano Giancaterino (all’epoca sindaco di Farindola), gli assessori Ezio Marzola e Walter Colangeli, e Andrea Fusaro (consigliere comunale).

L'inchiesta era nata dall'approvazione, nel settembre del 2008, di una delibera con la quale l'amministrazione sanava l'occupazione di suolo pubblico abusiva da parte della società Del Rosso srl, titolare della struttura ricettiva, ricevendone in cambio, questo è almeno il teorema accusatorio, denaro e favori.
Poi la società fallì, ma la struttura, poco prima del fallimento, venne ceduta alla Gran Sasso Resort srl. L'amministrazione comunale di Farindola venne riconosciuta parte lesa dalla procura, ma decise di non costituirsi parte civile nel procedimento. Si aprì allora una fase calda dal punto di vista politico con l'opposizione in prima linea in questa battaglia e ne venne fuori che a costituirsi parte civile fu l'ex parlamentare Romano Scarfagna, storico amministratore del paese montano, che all'epoca dei fatti era consigliere di opposizione così come oggi. Ha esercitato la cosiddetta azione popolare che prevede che anche il singolo elettore possa costituirsi in giudizio qualora questa possibilità spetti al Comune.
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