Il mistero della morte in albergo, le indagini vanno avanti. Il giallo dell'ora del decesso

Il mistero della morte in albergo, le indagini vanno avanti. Il giallo dell'ora del decesso
di Egle Priolo
Mercoledì 5 Agosto 2020, 09:28 - Ultimo agg. 09:38
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PERUGIA - Nel massimo riserbo e con la maggiore sensibilità possibile, le indagini sullo strano caso della morte di Alessandro, trovato cadavere in una stanza di albergo di corso Cavour, vanno avanti. Una storia iniziata lo scorso 15 luglio quando la squadra volante è intervenuta dopo la richiesta di intervento dei gestori della struttura che, non vedendo uscire il giovane dalla sua stanza nonostante avesse avvisato la sera prima il portiere di doversi alzare presto per andare a lavoro, si sono affacciati dalla finestra con l'aiuto di una scala e hanno trovato il corpo del trentenne impiccato. Come forca, appeso alla mensola portabiti in dotazione, il guinzaglio del suo amatissimo cagnolino, insieme a lui nella stanza ad abbaiare disperato.

Secondo le prime informazioni, la finestra era appunto aperta e la porta chiusa e il corpo di Alessandro non aveva alcun segno di violenza: da qui l'idea che potesse essere uno dei suicidi (pare sei solo quella settimana) delle ultime ore. Un'ipotesi suffragata anche dall'autopsia svolta nei giorni immediatamente successivi: niente che potesse far pensare a un violento intervento esterno. Almeno non senza minacce o uso di qualche sostanza che potesse annientare la volontà di un trentenne in ottima salute, sportivo e ben piazzato. Ma qui, ovviamente, il campo delle ipotesi potrebbe diventare fantascienza. Mentre la famiglia di Alessandro, molto nota a Torgiano, da quel giorno chiede solo la verità, qualunque essa sia. Perché è impossibile per i suoi genitori e per gli amici che quel ragazzo pieno di vita, con un buon lavoro, tante passioni e diverse amicizie, si sia potuto togliere la vita in una stanza di albergo. Stanza presa – nonostante dividesse una casa a Perugia con un coinquilino – per passare una serata in compagnia di una ragazza senza disturbare nessuno. Un'idea di cui Alessandro aveva avvertito sia l'amico che viveva con lui sia il parente che lo ha incontrato due volte in centro la sera del 14 luglio. La ragazza attesa in quella stanza cosa può raccontare? Possibile che qualcosa nell'appuntamento sia andato storto e Alessandro, dopo aver bevuto le diverse bottiglie di birra trovate nella stanza, abbia deciso di togliersi la vita? Tutto è possibile, imponderabile ciò che passa nella testa di una persona, ma per i genitori questa ricostruzione è troppo fallace. Cosa è successo tra le 22.30 e le prime ore del mattino? La risposta – oltre che dagli esami tossicologici e istologici di cui si attendono a giorni i risultati - potrebbe essere all'interno del suo telefono, che la polizia postale è riuscita a sbloccare per analizzare le ultime telefonate e le ultime chat di WhatsApp. Perché è proprio una doppia spunta blu su un messaggio ricevuto da Alessandro alle 4.27 di notte che ha messo in allarme la sua famiglia. Un dato che potrebbe spostare in avanti l'orario indicativo della morte o far aleggiare nubi inquietanti su ciò che può essere successo in quella dependance. Di certo, un altro giallo intorno a questo presunto suicidio. Su cui la procura e la polizia giudiziaria hanno deciso di voler far luce, vagliando qualsiasi ipotesi e disponendo alcuni degli accertamenti necessari per arrivare alla verità, come chiesto da subito dalla famiglia, assistita dagli avvocati David Giuseppe Apolloni, Eleonora Magnanini e Simona Betori.

La mamma è stata ascoltata per due volte dagli inquirenti che stanno trattando il caso con profonda attenzione. Un aiuto importante per due genitori sopravvissuti, loro malgrado, a un figlio e ancora senza un perché.

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