Immuni, record di utenti ma le Asl non la utilizzano: in Campania un operatore ogni 200 contatti a rischio

Immuni, record di utenti ma le Asl non la utilizzano: in Campania un operatore ogni 200 contatti a rischio
di Valentino Di Giacomo
Martedì 20 Ottobre 2020, 07:30 - Ultimo agg. 14:34
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Oltre nove milioni di italiani hanno scaricato l'app Immuni. I numeri dei download sono cresciuti a dismisura nelle ultime settimane, il segnale che una buona parte dei cittadini ha recepito il messaggio che il servizio di contact tracing possa essere un'arma decisiva per contenere i contagi da Covid-19. Il circolo virtuoso si ferma però non appena dovrebbero attivarsi le Asl. Alla fine è stato necessario - dopo mesi - l'ultimo Dpcm del premier Conte per mettere nero su bianco che le Asl sono obbligate ad utilizzare Immuni per avviare il tracciamento dei contatti.

Le persone scaricano Immuni, lo attivano, ma il meccanismo si inceppa quasi subito.

Resta da capire se anche in seguito all'obbligo prescritto dal premier Conte alle Asl potrà si registreranno miglioramenti. L'app funziona infatti per avvisare ogni utente che ha scaricato l'applicazione qualora sia entrato in contatto con un positivo da Covid attraverso una notifica sul proprio smartphone. A quel punto chi riceve l'alert ha due scelte: segnalarlo all'Asl che dovrà quindi attivarsi per sottoporre la persona a tampone, altrimenti non è obbligatorio attivarsi. In pratica chi riceve l'avviso può pure ignorare il messaggio e continuare a fare la vita di sempre. É la stessa app a segnalare cosa fare: «Se Immuni ha rilevato un contatto a rischio, significa che nei giorni scorsi sei stato a stretto contatto con una persona positiva al Covid-19 per più di 15 minuti. Potresti quindi avere contratto il virus, senza però manifestare i sintomi. Fai la tua parte seguendo le raccomandazioni». Si tratta, per l'appunto, di una raccomandazione, ma non di un obbligo. 

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Il sistema attuale non fa nulla per incentivare le persone a segnalare possibili contagi. L'app non è stata infatti implementata per mettere direttamente in contatto un potenziale contagiato con il Sistema sanitario nazionale. C'è solo un numero verde al quale si può chiamare per ricevere indicazioni, ma nulla più. É chi ha ricevuto la notifica che deve contattare il proprio medico curante o l'Asl e attendere che la macchina organizzativa si metta in moto per praticare il tampone. Possono passare anche giorni da quando ci si è autodenunciati del possibile contagio, giorni in cui bisogna restare in casa e mettersi in isolamento fiduciario. Ove si trasgredisca l'isolamento, allora si può incorrere anche in una sanzione amministrativa che diventa penale, con una denuncia per epidemia colposa, qualora venisse effettivamente riscontrata la positività al Covid. Non sorprende, quindi, che qualcuno decida di non scaricare proprio l'app o, comunque, non denunciare alle Asl la possibile positività. 

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Se pure un cittadino si attivasse sono spesso le stesse Asl che non tengono conto di Immuni. Lo strumento dell'app, per ora, non è utilizzato da molte aziende sanitarie in gran parte d'Italia. In Veneto la piattaforma non è mai partita, in Lombardia è la stessa Asl di Milano ad ammettere che Immuni, con le sue procedure farraginose, diventa un problema più che una risorsa. Manca quasi ovunque il personale per tracciare i contagi, l'app non basta. In Campania il tema è stato affrontato nel corso di una riunione tenuta due giorni fa tra i dirigenti delle Asl provinciali. Nella Regione governata da Vincenzo De Luca ogni tracciatore - gli operatori predisposti per effettuare i contact tracing - ha in carico 27 pazienti. Se ogni paziente positivo ha mediamente sette o otto contatti da verificare se sono anche loro affetti da Covid, significa che ogni operatore deve ricostruire reti sociali composte da oltre 200 persone. Una sorta di imbuto dove non c'è tecnologia che regga. Alla fine dei conti, saranno sempre necessari dei medici per praticare dei tamponi e altri che dovranno processarli in laboratorio. Poi, nel mezzo, ci sono i cosiddetti tracciatori. Ma le procedure sono elefantiache. Non è un caso se degli oltre 9mila contagiati nella scorsa settimana, un terzo di questi non si sa come abbiano contratto il virus. L'app segnala di aver inviato poco più di 17mila notifiche e riscontrato 899 positività. Come voler asciugare il mare con un cucchiaino. Ieri l'annuncio del ministro dell'Innovazione, Paola Pisano, che Immuni sarà interconnessa con altre app di tracciamento operanti nella Ue. In Italia però ancora non decolla. 

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