Assalto di fuoco per il furto in goielleria, si cerca nei filmati delle telecamere sparse in città

Assalto di fuoco per il furto in goielleria, si cerca nei filmati delle telecamere sparse in città
Venerdì 24 Maggio 2019, 07:42 - Ultimo agg. 25 Maggio, 15:23
3 Minuti di Lettura
Prima hanno dato fuoco alle auto e ai cassonetti per sbarrare la strada alle forze dell’ordine, poi hanno tentato l’assalto armati di spranghe alla gioielleria “ Cataldi”, ma l’arrivo di carabinieri e polizia li ha messi in fuga. Scene da guerriglia urbana l’altra notte in via Aldo Moro. In azione un commando composto da almeno sei persone, ma non si esclude che fossero di più.

IL RAID DI FUOCO
La notte di terrore ha avuto iniziato poco dopo le 3,00. I banditi per evitare di essere “disturbati” dalle forze dell’ordine hanno dato fuoco ad alcuni cassonetti e a quattro auto che si trovavano nella zona perimetrale della gioielleria: in via Giacomo De Matthaeis nei pressi di Prenatal, davanti al bar Bagatto, nelle vicinanze dell’incrocio con piazzale De Matthaeis nei pressi della gioielleria “Grande” e quindi davanti a “ Cataldi”.
Una volta realizzata la barriera di fuoco, hanno iniziato a colpire la vetrata laterale del negozio di preziosi con delle spranghe di ferro. Secondo i piani tutto si doveva svolgere in una manciata di minuti, ma più di qualcosa è andato storto.
Il fragore improvviso ha svegliato di soprassalto i residenti della palazzina che si sono affacciati alla finestra per cercare di capire cosa stesse succedendo. Davanti si sono trovati uno scenario “apocalittico”: le fiamme e il fumo che saliva nei piani alti impediva loro la respirazione. Sono partite le telefonate alle forze dell’ordine.
A lanciare l’allerta i sono state anche le guardie giurate addette alla sicurezza che stavano facendo un giro di controllo dei negozi. Si trovavano nella strada retrostante la gioielleria.
La tempestività con cui sia i carabinieri che gli agenti della Squadra Volante sono arrivati sul posto ha spiazzato i banditi che nel frattempo erano riusciti solo in minima parte ad infrangere le vetrate della gioielleria. Poco prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, i maviventi hanno desistito e sono scappati attraverso la coltre fumogena.






LE TESTIMONIANZE
«I fotogrammi estrapolati dalle telecamere - racconta la signora Sabrina Cataldi, titolare della gioielleria- non hanno dato alcun risultato in quanto tutti e sei i banditi erano incappucciati. Fortunatamente non sono riusciti a penetrare all’interno del negozio. «Sono stati attimi terribili - racconta ancora la signora - Quando alle 3.30 sono arrivata alla gioielleria ed ho trovato quel rogo lungo la strada, ho temuto veramente il peggio. La disposizione in cui avevano dato alle fiamme le auto, ha subito fatto ipotizzare che avessero innalzato un muro di fuoco proprio per creare una barriera che potesse proteggerli dall’attacco delle forze dell’ordine».
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale che hanno provveduto a domare i diversi roghi che hanno distrutto quattro auto. Delle vetture è rimasto soltanto lo “scheletro” carbonizzato.
«Ci sono voluti alcuni minuti prima di realizzare quanto stesse accadendo - riferisce una signora che abita nello stabile di fronte alla gioielleria - Inizialmente avevo pensato che stesse prendendo fuoco il palazzo a causa di un cortocircuito. Per questo motivo sono scesa immediatamente in mezzo alla strada. Ma quando sono arrivata fuori, lungo la strada c’erano già le pattuglie dei carabinieri che avevano predisposto vari posti di blocco. La scena di quel rogo non la potrò mai dimenticare. Ho avuto tanta paura».

LE INDAGINI
Sul tentato assalto stanno indagando i carabinieri del comando provinciale agli ordini del colonnello Fabio Cagnazzo. La dinamica adottata, che non ha precedenti nel capoluogo, fa pensare che il colpo si stato preparato nei giorni scorsi. L’attenzione degli investigatori è tutta concentrata sui filmati (anche dei giorni precedenti) di tutte le telecamere, private e pubbliche, che si trovano nei pressi di via Aldo Moro e lungo le possibili vie di fuga.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA