Roma, incendio Ponte di Ferro: rogo alimentato da sterpaglie, evacuati 3 locali. «Uno scoppio e le urla, poi le fiamme»

Un incendio è divampato poco dopo le 23.30 di sabato 2 ottobre sul Ponte dell'Industria, al confine tra i quartieri Marconi e Ostiense: non si registrano feriti

Roma, incendio Ponte di Ferro: vietata la navigazione del tratto di Tevere interessato dal rogo
Roma, incendio Ponte di Ferro: vietata la navigazione del tratto di Tevere interessato dal rogo
Domenica 3 Ottobre 2021, 07:43 - Ultimo agg. 21:51
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Un bagliore nella notte al quartiere Ostiense. Il Ponte dell'Industria - 'Ponte di Ferro' lo chiamano i romani - è in fiamme. Sullo sfondo, nel cielo grigio di fumo, si staglia spettrale la sagoma del Gazometro, altro monumento dell'archeologia industriale che definisce una delle zone-movida della Capitale. Il rogo sarebbe partito dagli accampamenti di clochard sotto il ponte, in mezzo alle sterpaglie, su una delle sponde del lungotevere. Ma non si esclude la pista di un corto circuito della rete elettrica. Non sembrano in campo ipotesi di dolo. Nessuna persona coinvolta, ma danni enormi alla struttura, dichiarata inagibile, blackout e pesanti conseguenze sul traffico: l'opera è uno snodo nevralgico che collega due popolosi quartieri, Ostiense e Marconi. 

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Roma, Ponte di Ferro in fiamme: cosa è successo

Sembra un sabato sera come tanti nella mite ottobrata romana; affollati i locali vicini al ponte; c'è anche un festival dello street food preso d'assalto dagli avventori.

Intorno alle 22.30 scatta l'allarme che, in era di telefonini e social, si diffonde in un lampo in tutta la città sotto forma di fotografie e filmati girati dalle centinaia di persone che si trovavano nelle vicinanze e che ritraggono una scena da film: il caratteristico ponte metallico avvolto dalle fiamme. Ma non è fiction. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco (il Distaccamento Ostiense del Corpo si trova a pochi metri di distanza) con sei squadre, compresi i sommozzatori ed il nucleo Nbcr (Nucleare Biologico Chimico Radiologico). Il problema è che nelle passerelle laterali del ponte - una è crollata - correvano condotte elettriche e del gas che hanno reso più difficoltoso lo spegnimento. Italgas puntualizza che le sue condotte «non hanno subito danni dall'incendio né lo hanno alimentato».

 

Le testimonianze 

Dopo un paio d'ore, intorno a mezzanotte e mezza, l'incendio era stato domato. Le prime analisi e le testimonianze raccolte sembrerebbero ricondurre l'origine del rogo alle baracche che si trovano proprio sotto una delle estremità del ponte, in mezzo a vegetazione secca che ha favorito la propagazione del fuoco. Uno dei tanti insediamenti di fortuna sorti in città, abitato prevalentemente da senza tetto dell'Est Europa. Già nel febbraio del 2013 un incendio di proporzioni però più ridotte si era sviluppato dalle stesse baracche che periodicamente vengono sgomberate e ripopolate.

Un fornelletto potrebbe aver fatto partire il rogo. «Bisogna bonificare sulle sponde del Tevere, togliere insediamenti e sterpaglie», chiedono alcuni cittadini che vivono in zona, ricordando che «non è la prima volta che partono da lì gli incendi e non sarà l'ultima se tutto rimarrà in stato di abbandono». Alcuni condomini di un palazzo di riva Ostiense raccontano di aver sentito «uno scoppio, puzza di gomma bruciata e di gas. Subito è andata via la luce e siamo scesi in strada».

«Si sono sentite anche - racconta un altro - grida di aiuto venire dagli accampamenti lungo il Tevere poi abbiamo visto le fiamme. Pian piano abbiamo visto il rogo crescere e avvolgere il ponte». I Carabinieri hanno fatto sopralluoghi negli insediamenti. La Procura di Roma è in attesa di una prima informativa per poi procedere alla formale apertura del fascicolo di indagine che dovrà accertare l'origine dell'incendio. Il Ponte di ferro fu costruito tra il 1862 e il 1863 per congiungere la linea ferroviaria di Civitavecchia alla stazione centrale Termini.

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Lungo 131 metri e largo 7,25 metri, è costituito da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni costituiti da tubi di ghisa riempiti di calcestruzzo. Ora i tecnici verificheranno i danneggiamenti subiti dall'opera, che è stata interdetta alla viabilità, come la sottostante pista ciclabile ed un tratto del Tevere che passa sotto la struttura. Potrebbero passare anche dei mesi prima della riapertura, con pesanti conseguenze sul traffico cittadino. L'incendio, proprio alla vigilia del voto per l'elezione del sindaco di Roma, ha ulteriormente arroventato le polemiche nonostante il silenzio elettorale.

Virginia Raggi già in serata si è portata sul posto. «Stringe il cuore vedere un pezzo di storia ridotto così», le sue parole. «Aspettiamo l'esito delle indagini. Io non mollo. Amo Roma», ha aggiunto In mattinata la sindaca, fuori dal seggio dove ha votato. «Roma nel degrado grazie alla giunta Raggi», ha attaccato su twitter la leader di FdI, Giorgia Meloni. Duro anche il deputato di Forza Italia Sestino Giacomoni: «la Raggi per i romani è peggio di Nerone». Per Maurizio Gasparri (Fi), quello di ieri sera è «l'ultimo capitolo del disastro e dell' abbandono di Roma nell'era Raggi». A difesa della sindaca si schiera M5S. Il deputato Marco Di Bella ha annunciato un'interrogazione al ministro dell'Interno «anche per mettere a tacere i sospetti che si leggono in rete su questa coincidenza, un disastro avvenuto a poche ore dall'apertura delle urne. Sospetti che diventano ancor di più preoccupanti se venissero confermate alcune voci che parlano un'insolita dinamica di come sia partito l'incendio»​

 

 

 

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