Inchiesta petroli, spunta un dossier anche nel governo: contro Delrio

di Sara Menafra
Giovedì 7 Aprile 2016, 08:31 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 16:46
4 Minuti di Lettura

dal nostro inviato

POTENZA Era il “quartierino romano” a gestire il ministero dello Svilupppo economico e, a detta dell'ex ministro Federica Guidi, persino le poltrone più importanti del Mef. Un gruppo dai contorni poco chiari, le cui braccia operative sono l'ex compagno dell'ex ministra, Gianluca Gemelli, l'ex rappresentante della Compagnia delle opere Nicola Colicchi, Valter Pastena piazzato a fare il consulente del Mise in contatto diretto con la Guidi e (anche se quest'ultimo non è indagato) Paolo Quinto, capo segreteria della capogruppo al Senato del Pd Anna Finocchiaro. Il quadro che emerge dall'ultima informativa della Squadra mobile di Potenza Guidata da Carlo Pagano, racconta un gruppetto la cui forza non è solo il rapporto fra Gemelli e Federica Guidi. Anzi. Il gruppetto, preferisce spesso e volentieri rivolgersi direttamente al viceministro Claudio De Vincenti. Quando a novembre 2014, De Vincenti partecipa al posto suo ad un incontro lei si sfoga col fidanzato: “Senti mi sono accorta che nonostante tutte le loro balle, io ho in casa un pezzo di ..., Claudio De Vincenti è un pezzo di ... e io non mando tutto a puttane per quella combriccola lì. Io non vado a chiamare Anna (Finocchiaro) perché io non so cosa devo andare a spiegare alla Finocchiaro, ma loro prendano atto della cosa loro, la prendano come una decisione da parte mia, un avvertimento. Io gli faccio il favore di avvertirli. Anche perché se tolgo le deleghe a De Vincenti qui casca il governo. Quindi stessero attenti”.

PADOAN
Lo sfogo della Guidi è a tutto campo. Anche Padoan, sostiene che il fidanzato sarebbe un uomo messo li dal gruppo: «Gianluca, ma sai chi glielo ha messo lì Padoan, te lo devo spigare io? Sempre quel quartierino lì che lo ha messo lì. Quelle pedine, cioè De Vincenti da me, non è un caso, non è per farmi un favore, perché De Vincenti è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo, perché Pier Carlo è bravo...».

IL FASCICOLO
Il gruppo sembra capace di mettere in piedi persino un dossier pur di fare i propri affari. E' gennaio 2015, ad esempio, quando Pastena, che lavora per ottenere la consulenza al Mise, propone a Gemelli un incontro anche con Nicola Colicchi: «Dobbiamo vederci molto da vicino, tutte cose che addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio, ma serio. Tieni conto che i Carabinieri sono venuti a portarmi il regalo in ufficio. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito 'sto casino usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi».

Il riferimento è all'inchiesta sulla ndrangheta cutrese a Reggio Emilia: «Chi ha fatto le indagine è il mio migliore amico».E la dinamica si ripete persino per la nomina del presidente della Repubblica: «Gemelli - si legge nell'informativa afferma che se lo costringeranno (riferendosi evidentemente al premier Renzi) a fare un nome, secondo lui la "loro" (ed il riferimento lo si intende rivolto alla senatrice Anna Finocchiaro, legata con tutti i predetti soggetti da rapporti di frequentazione ed amicizia) avrà poche speranze».

LE LITI
In una delle tante litigate, Gemelli si lamenta che Marco Carrai sarebbe «aiutato di più». Gemelli rinfacciava alla Guidi di «essersi interessata» più per altri che per lui. La Guidi gli ricordava che erano al telefono e che sarebbe stato il caso che «si dessero una regolata». Quando poi Giuseppe Broggi, che aspira ad una nomina in Eni, si rivolge a Gemelli, questo promette: «Federica è ok ma c'ha Lotti addosso». «Dotto'.... ma in campagna elettorale secondo lei che dice, sì? E poi ci andiamo a parlare».

E si va avanti. «Mi ha chiamato l'ingegnere Broggi - racconta gemelli - che io avevo sollecitato con una e-mail per dire: scusa ma quando mi abiliti il contratto? Quando iniziamo con i lavori che mi hai detto prima che c'era urgenza, ed ora siete spariti? E mi ha detto che è da tre settimane che stato chiesto il sub-appalto». «Ma sull'appalto per la sua azienda?» prosegue. Gemelli, però, continuava a spiegare di aver «messo in croce» Federica (Guidi), dicendole di fregarsene di tutti (e vedremo come con «tutti» Gemelli intendeva riferirsi ai vari Andrea Guerra, Luca Lotti, ecc.) e di pensare solo ad una persona (riferendosi ovviamente allo stesso Broggi); ed un riferimento lo faceva pure ai vari Montante (Montante Antonello, presidente Confindustria Sicilia) e Quinto Paolo, anche loro, proprio come la Guidi, investiti della questione, in una sorta di "fuoco incrociato", che necessariamente avrebbe dovuto portare i suoi frutti: «Io ti volevo solo dire quello che sto facendo... - diceva - Allora Federica l'ho messa in croce».