In strada senza regole: «Sale il rischio incidenti», il blitz nel decreto semplificazioni

In strada senza regole: «Sale il rischio incidenti», il blitz nel decreto semplificazioni
In strada senza regole: «Sale il rischio incidenti», il blitz nel decreto semplificazioni
di Mauro Evangelisti
Domenica 13 Settembre 2020, 00:21 - Ultimo agg. 18:24
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Nel 2019 sono morti 253 ciclisti in incidenti stradali, il 15,9 per cento in più dell’anno precedente. Eppure, le modifiche al Codice della strada, introdotte nel Dl Semplificazioni, consentono ai ciclisti di usare le preferenziali riservate agli autobus e di andare anche contromano, sia pure nelle corsie dedicate alle due ruote. Queste norme, pensate con l’obiettivo di incentivare l’uso delle bici, secondo gli esperti aumenteranno i pericoli per i ciclisti.

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«Immaginate solo - spiega Giordano Biserni, presidente di Asaps (associazione amici della polizia stradale) - all’automobilista che si immette da una strada laterale e per abitudine guarderà solo da una parte, non ricordando che dall’altra potrebbe comunque arrivare un ciclista. Sarà un altro elemento di distrazione che si aggiungerà alla piaga dell’utilizzo degli smartphone alla guida su cui, invece, sarebbe stato importante intervenire».

Anche il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, è stato molto critico: «Sembra quasi che in città, basti imporre il limite di 30 chilometri orari e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di deregulation della mobilità ciclabile ha un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici». E qui si arriva a un’altra incognita della mobilità stradale, un elemento relativamente nuovo per il quale non si è provato a riportare ordine: i monopattini, sempre più diffusi e invadenti nelle città. Secondo il Database di Asaps, nei soli mesi di giugno e luglio ci sono stati 43 incidenti che hanno coinvolto questa forma di mobilità, con casi anche gravi come l’incidente mortale a Bologna, in cui ha perso la vita un sessantenne che sul monopattino si è scontrato con un’automobile. A metà agosto, a Bergamo, una 26enne è finita in coma, sempre in seguito a un incidente con il monopattino.

Osserva Biserni: «Teniamo conto che oggi i monopattini sono circa 70-80mila (rispetto ai milioni di biciclette), quindi quasi un incidente al giorno rappresenta un dato preoccupante. Cosa succederà quando saranno 500mila se non si mette ordine nel settore? Quanti ragazzi under 18 vedete con il casco, anche se è obbligatorio? E molti neppure sanno che sotto i 14 anni non si può guidare il monopattino».
 

 

In sintesi: la filosofia di fondo potrebbe essere anche giusta, soprattutto nei mesi del coronavirus in cui è necessario offrire alternative al trasporto pubblico che non può viaggiare a piena capienza, ma con questa riforma si mette da una parte a repentaglio la sicurezza dei ciclisti, dall’altra non si interviene per limitare l’anarchia dei monopattini. Il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani: «Restiamo fermamente contrari alle bici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore».

Altro nodo: una cosa è calare questa riforma in città come Mantova, Ferrara o Forlì, con una circolazione meno disordinata e una tradizione consolidata degli spostamenti su due ruote, un’altra è pensarla in grandi città come Roma, un filo più caotiche. Allarga le braccia Biserni: «Una riforma di questo tipo dovrebbe essere accompagnata da una segnaletica ben curata, controlli costanti, attenzione su chi deve vigilare. Ecco, non voglio pensare a Roma, a cosa potrebbe succedere...Noi siamo sempre favorevoli all’incentivazione della mobilità che rispetta l’ambiente, ma pensiamo anche alla sicurezza».
 

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