Quando i soccorritori sono entrati in casa Cristian De Leonardis, 48 anni, era già morto. Il personale del 118 ha provato a rianimarlo ma invano: fatale l'arresto cardiocircolatorio che potrebbe essere stato provocato dalle patologie di cui l'uomo, che vive solo, soffriva. Il dramma si è consumato intorno alle 7 di ieri in un alloggio al quarto piano delle case parcheggio del Comune di Chieti di via Albanese.
È stata una vicina di casa a sentire un rumore, come un tonfo, e forse anche dei lamenti.
De Leonardis, insieme ad una donna che abita nello stesso stabile, Silvia Capuzzi, era finito sul registro degli indagati per l'omicidio di Francesco Ciammaichella , 40 anni, suo dirimpettaio. Era stato proprio Cristian quella notte a dare l'allarme: l'autopsia ha accertato che Ciammaichella è stato raggiunto da una botta alla testa che gli ha provocato un piccola ma letale ferita che, vista in fotografia, sembra una specie di stella. E si ritiene che sia stato colpito con una mazza da minigolf sequestrata nella sua abitazione. Dopo oltre un anno, e in attesa degli esiti finali anche degli accertamenti compiuti dal Ris su quella mazza sporca di sangue, è probabile che si vada verso una proroga. Dall'inchiesta esce in ogni caso di scena De Leonardis che, assistito dall'avvocato Marco Femminella, si era sempre detto estraneo alla vicenda. Un omicidio con dolo d'impeto, non premeditato, nato forse da una lite degenerata. Ma la cui soluzione sembra ancora lontana.