Infermiere no vax sospeso senza stipendio a Brindisi, gli avvocati annunciano ricorso: «È malato»

Infermiere no vax sospeso senza stipendio a Brindisi, gli avvocati annunciano ricorso: «È malato»
Infermiere no vax sospeso senza stipendio a Brindisi, gli avvocati annunciano ricorso: «È malato»
Sabato 22 Maggio 2021, 13:45
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Primo provvedimento nei confronti di un infermiere che si è rifiutato di vaccinarsi contro il Covid. È accaduto a Brindisi, dove l'Asl ha sospeso il dipendente togliendogli lo stipendio. Gli avvocati dell’infermiere hanno annunciato il ricorso specificando che la mancata vaccinazione è dovuta a una patologia del diretto interessato e sottolineando che durante la pandemia ha lavorato incessantemente anche senza dispositivi di protezione nella prima fase. 

«In relazione al caso dell’operatore sanitario, della ASL di Brindisi, sospeso dal lavoro il 18 maggio senza retribuzione, a causa della mancata vaccinazione contro il Covid-19, gli Avvocati Marcello Apollonio e Maria D’Oria, comunicano di aver inviato, come richiesto, il certificato del medico di base unitamente a documentazione clinica comprovante la grave patologia che affligge il nostro Assistito.

La risposta di Asl Brindisi nella persona del Dott. Pasqualone è stata quella di sospenderlo senza stipendio, con  provvedimento immotivato, ampiamente discrezionale e in violazione della legge, lasciando il lavoratore senza mezzi di sussistenza benché impossibilitato a vaccinarsi, peraltro definito, apoditticamente, “novax”. E ciò, benché il lavoratore, avesse prodotto, come previsto dall’art. 4 del d.l. 44/2021,  adeguata certificazione medica», fanno sapere i legali. 

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«Non può non stigmatizzarsi - continuano gli avvocati - il comportamento della  Asl di Brindisi per le gravissime violazioni della privacy e dei diritti dei lavoratori, che hanno subito ferie forzate ingiustamente, e sono stati messi letteralmente sul banco degli imputati sol per aver chiesto di esercitare un loro diritto. Per tali violazioni gli operatori sanitari faranno  valere i loro diritti nelle opportune sedi. Non è irrilevante, inoltre, sottolineare il tentativo di gogna mediatica a cui si vorrebbe venissero sottoposti i lavoratori colpiti da provvedimenti ingiusti e illegittimi nonostante fosse in corso un’interlocuzione tra la loro difesa e l’Azienda».

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