Ostia, infermiere si suicida: dramma in ospedale. Si è iniettato un mix di farmaci

Ostia, infermiere si suicida: dramma in ospedale. Si è iniettato un mix di farmaci
Ostia, infermiere si suicida: dramma in ospedale. Si è iniettato un mix di farmaci
di Moira Di Mario
Mercoledì 20 Luglio 2022, 07:00
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Tragedia all’ospedale Giovanni Battista Grassi a Ostia, dove un infermiere si è tolto la vita. L’uomo, 61 anni, lavorava come caposala al Day Hospital. Lunedì sera è entrato nel reparto che conosceva molto bene, a quell’ora praticamente deserto, e ha inviato una mail alla compagna per spiegarle ciò che avrebbe fatto subito dopo. Una lettera di commiato da lei, dalla loro relazione arrivata agli sgoccioli e dal mondo intero. 

Un grido di dolore di un uomo che nonostante tutto non riusciva più ad andare avanti, che non voleva più continuare a vivere.

Forse la paura per quella solitudine che dentro di lui era già ben presente da tempo, contro la quale non riusciva a reagire e che andava oltre la fine di un amore. Un male di vivere che lo ha lentamente e inesorabilmente consumato al punto di togliersi la vita. Poco dopo mezzanotte l’infermiere è entrato in una stanza del Day Hospital e verosimilmente si è iniettato un mix letale di farmaci. Quando la compagna ha aperto la posta elettronica e letto la mail è rimasta di sasso. 

Mai immaginava che il compagno sarebbe arrivato a compiere il gesto estremo. Terrorizzata e con la speranza di chiamare in tempo i soccorsi, la donna ha telefonato al 112 e al centralino dell’ospedale per allertare i colleghi e il personale. Quando i carabinieri sono arrivati hanno iniziato a cercare il 61enne, trovandolo poco prima dell’una. Era a terra, già senza vita, vicino a una flebo. Immediate sono scattate le indagini dei militari che hanno acquisito i filmati delle telecamere di video sorveglianza della struttura e del reparto per cercare di ricostruire le sue ultime ore. Al vaglio anche il traffico telefonico dell’infermiere, la posta elettronica e i dati digitali. Gli investigatori vogliono capire se l’uomo poco prima di morire si fosse collegato a qualche sito particolare o avesse inviato messaggi a qualche familiare o amico. Il corpo è stato trasferito all’Istituto di medicina legale per l’autopsia ordinata dal magistrato.  

L’esame dovrà stabilire l’esatta causa del decesso. Se si sia trattato cioè di un mix letale di farmaci ai quali il 61enne per la sua professione poteva accedere senza problema. Cordoglio è stato espresso da «tutta la Asl Roma 3 che si stringe intorno alla famiglia in questo momento di dolore», hanno fatto sapere ieri in una nota i vertici aziendali che non hanno aggiunto altro in attesa di avere riscontri dalla magistratura. Chi invece ha mostrato dolore e sconcerto sono stati i Cobas dell’Azienda sanitaria locale che in un lungo post sui social hanno salutato il collega. «Davanti a certi episodi pensiamo si resti tutti sconcertati, turbati e attraversati da domande che, magari, non troveranno risposte – scrivono - non potremo mai sapere, conoscere le ragioni e cosa abbia attraversato in un determinato momento la mente e la vita di una persona che lo ha portato a compiere una scelta così definitiva. Pensiamo anche che ciò non ci esime dall’interrogarci su quel senso di vuoto e solitudine che oggi spesso si vive nei rapporti, nelle relazioni anche in un luogo, come il lavoro dove passiamo la maggior parte del tempo e della vita e dove, ormai, sempre più spesso dominano l’egoismo, l’opportunismo se non l’indifferenza. Non si tratta di dover essere “amici” ma di essere e sentirsi parte di una comunità partecipe e solidale». 

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