Orrore in un casa di riposo a San Donà, infermiere (54 anni) violenta 7 anziane: «È una malattia, curatemi»

L'operatore sanitario arrestato chiede la perizia psichiatrica: gli episodi contestati sarebbero 13 in dieci giorni

Orrore in un casa di riposo a San Donà, infermiere (54 anni) violenta 7 anziane. La confessione: «Curatemi»
​Orrore in un casa di riposo a San Donà, infermiere (54 anni) violenta 7 anziane. La confessione: «Curatemi»
di Nicola Munaro
Sabato 18 Marzo 2023, 09:41 - Ultimo agg. 21 Marzo, 09:33
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SAN DONA' - Vuole «essere curato» e chiede di venire sottoposto a una perizia psichiatrica. Questo ha detto Davide Barresi, 54 anni, operatore socio-sanitario nato a Torino e residente a Catania, arrestato nel novembre 2022 dai carabinieri che indagando su una serie di maltrattamenti ai pazienti della residenza per anziani “Monumento ai caduti” - sfociati negli arresti di martedì - lo avevano ripreso mentre violentava sessualmente sette pazienti: tredici episodi dal 16 novembre 2022, giorno della prima intercettazione video, al 25 novembre 2022 giorno del suo arresto. Se ne approfittava mentre dormivano: si avvicinava, si masturbava e mimava, tentava o portava a termine atti sessuali approfittando del fatto che potesse avvicinarsi alle pazienti per cambiarle e curarle e “abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica delle pazienti ospiti della casa di riposo” scrive il sostituto procuratore Andrea Petroni nel capo d’imputazione con il quale ha chiesto il carcere per l’operatore socio sanitario, non nuovo ad accuse simili. Quando lavorava all’ospedale psichiatrico di Agordo (Belluno) era stato coinvolto in un’indagine per abusi sessuali sulle pazienti: condannato in primo grado, era stato assolto dalla Corte d’Appello di Venezia.


L’AUTOPSIA
Durante l’interrogatorio di garanzia a novembre, Barresi (ora in carcere a Venezia) si era avvalso della facoltà di non rispondere e una prima istanza di perizia psichiatrica presentata dai difensori Giorgio e Luca Pietramala era stata respinta dal pm stesso.

Gli avvocati ora torneranno alla carica depositando sul tavolo del giudice per l’udienza preliminare la richiesta di incidente probatorio mentre il cinquantaquattrenne ha detto agli avvocati di non avere mai maltrattato i pazienti. Anche a lui però è contestata l’aggravante di morte come conseguenza di maltrattamenti che ha portato il pm Petroni a chiedere la riesumazione del corpo di una paziente della Rsa di San Donà con il sospetto che i maltrattamenti subiti durante la degenza nel Reparto Viola possano aver causato il decesso della donna. Questa mattina in procura verrà conferito l’incarico per l’autopsia. Accusati, oltre a Barresi, anche gli operatori socio-sanitari della Rsa arrestati martedì: Fabio Danieli, 47 anni, e Maria Grazia Badalamenti, 62 anni, coppia nel lavoro e nella vita, ora entrambi in carcere; Anna Pollazzon, 60 anni, e Margie Rosiglioni, 71 anni, messe ai domiciliari. Indagati anche altri quattro Oss per cui la procura aveva chiesto la detenzione in casa, poi non concessa dal gip. In attesa che oggi in carcere il gip Alberto Scaramuzza dia il via agli interrogatori di garanzia, incontrando il proprio avvocato Alberto Zannier, Fabio Danieli si è detto «sorpreso di quello che è capitato» e di essere «incredulo» e di «non capire». Probabile che oggi l’Oss - descritto nell’ordinanza di custodia cautelare come una sorta di spauracchio degli anziani: «Faccio venire Fabio, quello che ti mena», diceva una operatrice - decida di avvalersi della facoltà di non rispondere. Dopo di lui verrà interrogata la sua collega - e compagna nella vita - Maria Grazia Badalamenti, difesa dall’avvocato Marco Zampini. «Non mi riconoscono nelle accuse che mi rivolge la Procura, io non sono quel tipo di persona» sono invece le parole di Margie Rosiglioni, attraverso il suo legale Francesco Pavan. 


ANNI DI INDAGINI
Il capo d’imputazione scritto dalla procura punta la lente delle indagini agli ultimi quattro anni, partendo cioè dal 2019, anche se gli episodi certi sono quelli immortalati nelle settimane di ripresa tra la fine 2022 e l’inizio 2023. A dare il via alle indagini - prima dello scoppio del Covid - era stata la testimonianza della figlia di una delle donne ricoverate nella Rsa: aveva notato escoriazioni e sangue sul corpo della madre. Poi un forte dimagrimento. Nell’ottobre 2022 il via libera alle telecamere nascoste che aprivano il sipario sull’orrore. Niente cibo e pugni sulla testa. Gli Oss li lanciavano sulle carrozzine e sui letti, li vestivano con violenza, gli mettevano in volto i pannolini sporchi. Gli sputavano in faccia per pulirgli la bocca e quando un anziano si era ribellato, Danieli lo aveva frustato sulla gamba con un portachiavi con un laccio. E aveva frustato anche il suo compagno di stanza. Poi, le offese. «Fate schifo dalla nascita», dicevano. «Tu sei una bestia». E ancora: «Quando tu muori faccio una settimana intera di ubriacatura». «Devi soffocarti, ma non quando ci sono io», «Guarda che con il primo pugno ti butto giù i due denti che ti sono rimasti».
 

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