Infermieri, fuga dal posto fisso a 1400 euro al mese: turni massacranti, ferie interrotte, vita privata inesistente

Infermieri, fuga dal posto fisso a 1400 euro al mese: turni massacranti, ferie interrotte, vita privata inesistente
Infermieri, fuga dal posto fisso a 1400 euro al mese: turni massacranti, ferie interrotte, vita privata inesistente
di Camilla De Morti
Mercoledì 20 Luglio 2022, 13:39 - Ultimo agg. 21 Luglio, 09:35
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Fuga dalla Sores, la Struttura operativa regionale emergenza sanitaria di Palmanova. Come denuncia il Nursind, «in quest'ultimo mese, si sono licenziati quattro infermieri su quaranta, il dieci per cento dell'organico. Siamo all'emergenza», dice il segretario del Nursind Udine Afrim Caslli, che nei giorni scorsi ha scritto a Joseph Polimeni, il direttore generale di Arcs, l'Azienda zero da cui dipende la struttura, per chiedere «un incontro urgente». Ed è in questo contesto che la prossima settimana si svolgerà la seconda riunione del tavolo tecnico, con lo stesso Polimeni e il direttore della Sores Amato De Monte, per mettere a punto il nuovo Piano emergenza urgenza e decidere quante centrali operative debbano esserci.

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L'esodo degli infermieri dal sistema sanitario regionale, purtroppo, non è una novità. «In AsuFc - ricorda Caslli - se ne sono andati quasi in 230. Si licenziano perché guadagnano 1.400 euro con turni massacranti. Ormai non hanno più una vita familiare. Spesso li fanno rientrare dalle ferie. Molti hanno grossi problemi psicologici e fisici e poi in busta paga si vedono arrivare 1.400 euro. A un certo punto, si dicono, meglio andare a fare il cameriere o un'altra professione».

Per risolvere il problema, secondo il Nursind, serve un intervento strutturale. «La legge regionale 8 del 9 giugno scorso prevede che entro il 31 dicembre 2023 per sopperire alla carenza di personale medico e infermieristico nei servizi di emergenza e urgenza, sia consentito alle Aziende di ricorrere all'acquisto di prestazioni aggiuntive» anche per il personale del comparto, con un incremento orario fino a 50 euro lordi. Questa, secondo Caslli, è la strada da seguire. «Le Aziende applichino immediatamente questo incentivo».

LA PROTESTA

L'Arcs di Polimeni è finita nell'occhio del ciclone anche per la riattivazione del corso regionale Met di 478 ore, per il conseguimento dell'idoneità all'esercizio dell'attività di emergenza sanitaria territoriale. La riapertura è arrivata a un anno e mezzo dalla sospensione del percorso Est, decisa il 12 febbraio 2021 dalla Direzione centrale salute per asserite criticità organizzative e contestata a gran voce dallo Snami Fvg con Stefano Vignando. Ma ora che un analogo percorso riparte, a protestare sono gli anestesisti e rianimatori di Aaroi Emac e pure 107 specializzandi in Medicina di emergenza urgenza e di Anestesia rianimazione e terapia del dolore degli atenei di Udine e Trieste, che hanno scritto una lettera a Polimeni, ma anche, fra gli altri, al vicepresidente Riccardo Riccardi e ai due rettori.

 

I medici in formazione specialistica hanno espresso la loro ferma «contrarietà» a corsi «di durata limitata e aperti a qualsiasi laureato in Medicina a cui non viene richiesta nessuna idoneità». Secondo gli specializzandi, che chiedono un tavolo di discussione, questi corsi «rischiano di minare la solidità dell'intero percorso formativo medico-specialistico che viene sorpassato». I medici in formazione si dicono «sconfortati» vedendo «sviliti i nostri sacrifici». A dare battaglia è anche l'Aaroi Emac, che ritiene «preoccupante il progetto regionale di mandare trattare e gestire le condizioni di salute più gravi giovani colleghi lanciati allo sbaraglio con un corsetto Bignami di 400 ore in materie così delicate e difficili, laddove oggi i professionisti che si occupano di questo ambito escono da un percorso universitario di 5 anni di vera pratica».

«Quanti cittadini di questa regione salirebbero su un Boeing 737 sapendo che il pilota ha fatto solamente un corso di 400 ore al simulatore e non è mai salito su un vero aereo?». Per l'Aaroi Emac il 118 «non ha bisogno di medici con formazione farlocca che rischiano invece di essere lanciati sulla prima linea dei Ppi e dei Pronto Soccorso regionali dove nessuno vuole più lavorare». Il sindacato invita Polimeni ad ascoltare l'accorato appello degli specializzandi «che chiedono il blocco di questo inutile corso» e ai giovani colleghi neolaureati sconsiglia «vivamente di regalare ad Arcs 1000 euro di iscrizione per avere un pezzo di carta che rischia di dare false sicurezze».

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