Travolto e ucciso prima di Inter-Napoli,
nel mirino dei pm la Renault Kadjar

Travolto e ucciso prima di Inter-Napoli, nel mirino dei pm la Renault Kadjar
Venerdì 5 Aprile 2019, 16:05 - Ultimo agg. 6 Aprile, 10:44
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Si stanno concentrando su una sola auto, una Renault Kadjar nera, gli accertamenti in corso con la formula dell'incidente probatorio nell'inchiesta della Procura di Milano sugli scontri tra ultras del 26 dicembre prima di Inter- Napoli e, in particolare, nella tranche aperta per omicidio volontario per arrivare ad individuare quale macchina della 'carovanà dei tifosi napoletani abbia investito Daniele Belardinelli, poi morto in ospedale.

Da quanto si è saputo, nelle analisi in corso tra ieri ed oggi degli esperti nominati dal gip Guido Salvini sono state 'scartatè le altre 5 auto sequestrate e gli approfondimenti stanno riguardando una macchina (a bordo c'erano 4 persone), quella che potrebbe aver travolto l'ultrà. L'auto, stando ai rilievi effettuati alla presenza dei consulenti delle difese, presenterebbe segni compatibili con l'investimento. La relazione finale, con analisi genetiche, «dovrebbe essere depositata a giugno nell'inchiesta della Digos, coordinata dall'aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri. 

- Il guidatore dell'auto, una Renault Kadjar nera, finita nel mirino delle indagini della Procura di Milano e della Digos sull'investimento di Daniele Belardinelli, morto a seguito degli scontri tra ultras prima di Inter- Napoli, è stato portato in Questura a Milano con un provvedimento di «accompagnamento coattivo per procedere a interrogatorio o a confronto», richiesto dall'aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri e firmato dal gip Guido Salvini. Da quanto si è saputo, il giovane ultrà del Napoli, che convocato nelle scorse settimane per un interrogatorio aveva scelto di non rispondere, è stato portato oggi per un interrogatorio 'coattò da Napoli a Milano. Stando alle analisi in corso in questi giorni, l'auto guidata dal giovane e con a bordo altri tre ultrà (anche loro, pare, sono stati portati a Milano per interrogatori) sarebbe quella che ha investito Belardinelli, poi morto in ospedale. Nell'inchiesta al momento si ipotizza l'omicidio volontario.

Il guidatore dell'auto, una Renault Kadjar nera, finita nel mirino delle indagini della Procura di Milano e della Digos sull'investimento di Daniele Belardinelli, morto a seguito degli scontri tra ultras prima di Inter- Napoli, è stato portato in Questura a Milano con un provvedimento di «accompagnamento coattivo per procedere a interrogatorio o a confronto», richiesto dall'aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri e firmato dal gip Guido Salvini.

Da quanto si è saputo, il giovane ultrà del Napoli, che convocato nelle scorse settimane per un interrogatorio aveva scelto di non rispondere, è stato portato oggi per un interrogatorio 'coattò da Napoli a Milano. Stando alle analisi in corso in questi giorni, l'auto guidata dal giovane e con a bordo altri tre ultrà (anche loro, pare, sono stati portati a Milano per interrogatori) sarebbe quella che ha investito Belardinelli, poi morto in ospedale. Nell'inchiesta al momento si ipotizza l'omicidio volontario. 

Si è avvalso ancora una volta della facoltà di non rispondere davanti a inquirenti e investigatori Fabio Manduca, il 38enne tifoso del Napoli indagato per omicidio volontario nell'inchiesta sull'investimento di Daniele Belardinelli, l'ultrà morto a seguito degli scontri prima di Inter- Napoli del 26 dicembre. L'uomo, che era alla guida della Renault Kadjar nera che, stando alle indagini, potrebbe aver travolto Belardinelli, è stato portato da Napoli in Questura a Milano con un provvedimento di «accompagnamento coattivo per interrogatorio», ma ha scelto di non parlare, come aveva già fatto quando era stato convocato il primo marzo scorso. «Abbiamo già presentato un esposto alla Procura generale di Milano per evidenziare questo abuso a cui è stato sottoposto il mio assistito oggi e la violazione del diritto di difesa», ha spiegato il legale del 38enne, l'avvocato Dario Cuomo, chiarendo che l'indagato stamani «è stato messo su un treno a Napoli da due agenti che l'hanno portato a Milano, si sono fatti spendere soldi per niente allo Stato, quando già la Procura sapeva che si sarebbe avvalso». Il legale ha affermato che «devono essere rispettate le garanzie minime del diritto di difesa, previste dal codice, le prove le deve portare l'accusa e poi depositarle».
 

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