Sono stati restituiti all'ex presidente della Camera Irene Pivetti e al suo consulente i quattro milioni di euro che erano stati sequestrati in via preventiva e d'urgenza dalla Procura di Milano una decina di giorni fa. È l'effetto dell'ordinanza di circa 60 pagine con cui il gip Giusy Barbara non ha convalidato il provvedimento di sequestro del denaro firmato dal pm Giovanni Tarzia, titolare dell'indagine condotta dalla Gdf per dichiarazione fraudolenta attraverso l'interposizione di società estere "fantasma", riciclaggio e autoriciclaggio con al centro una presunta compravendita fittizia di tre Ferrari Gran Turismo con lo scopo, è l'ipotesi della Procura, di riciclare profitti frutto di evasione fiscale. Fatti ai quali il giudice, nel suo provvedimento depositato oggi, ha dato, però, una lettura giuridica diversa ipotizzando, oltre ad una serie di reati invece che un'unica presunta frode fiscale, la «esterovestizione» delle società sparse in tutto il mondo, Hong Kong compresa, mediante le quali sarebbe stato raggirato il Fisco.
Il caso delle Ferrari
Un'impostazione alternativa contro la quale il pubblico ministero ricorrerà al Tribunale del Riesame, anche perché altrimenti ne uscirebbe minato l'impianto accusatorio dell'inchiesta nella quale è stato pure già notificato l'avviso di chiusura delle indagini all'ex esponente leghista e ad altre sei persone: il consulente Pier Domenico Peirone, il pilota di rally ed ex campione Leonardo "Leo" Isolani, la moglie Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e un altro imprenditore.
Irene Pivetti, tre Ferrari e l'indagine per riciclaggio: 4 milioni di euro sequestrati
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout