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De Pau ha filmato l'omicidio delle donne cinesi. Voleva restare solo con le donne: «Via i clienti, pago di più»

È questa la prova regina che incastra il 51enne romano, ex autista del boss Michele Senese

Giandavide De Pau, il presunto killer di Roma non risponde. L'avvocato: «Neanche gli psichiatri accorti della sua pericolosità». Identificate le due vittime cinesi
Giandavide De Pau, il presunto killer di Roma non risponde. L'avvocato: «Neanche gli psichiatri accorti della sua pericolosità». Identificate le due vittime cinesi
di Valeria Di Corrado
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 23 Novembre 2022, 11:49 - Ultimo agg. : 24 Novembre, 14:11
5 Minuti di Lettura

Un minuto e 31 secondi, tutti registrati sul cellulare. Poi il silenzio. Giovedì mattina, nell’appartamento di via Riboty, la furia omicida di Giandavide De Pau esplode all’improvviso e si consuma in fretta. Yan Rong Li è la prima. Il coltello è già affondato nel suo corpo quando la donna prova a urlare e il suo assassino le tappa la bocca. Xiuli Guo, riesce a sentirla, interviene ed è la fine anche per lei. La lama la colpisce al petto, la prostituta si trascina fino al pianerottolo, mentre il cliente che l’ha uccisa va via. De Pau ha dimenticato che quella mattina aveva deciso di riprendere con il cellulare i rapporti sessuali con le due ragazze cinesi, diventate le sue vittime. Dopo un primo video di 14 minuti con Xiuli Guo, De Pau tenta di farne un altro, ma il telefono cade, la telecamera non inquadra più la scena di sesso. Rimangono impressi nella memoria i suoni di quelle due morti in diretta. I rumori, le urla, la fine.
Nell’ordinanza di custodia cautelare che ieri ha disposto il carcere per De Pau, il giudice descrive l’orrore. L’uomo arriva nell’appartamento dove i clienti non si vedono mai in faccia l’uno con l’altro, per discrezione. E chiede di essere da solo. È pronto a pagare di più, quando bussano alla porta lo ribadisce. E le due donne acconsentono.

APPROFONDIMENTI
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Le registrazioni

La registrazione comincia alle 10,38, per pochi istanti si vede De Pau mentre consuma un rapporto sessuale con Yan Rong Li, poi si sente solo l’audio. Al 46esimo secondo dice: «Ce l’hai una birra, qualcosa da bere, il sakè ce l’hai, ce l’hai qualcosa da bere di alcolico?». Mezzo minuto dopo comincia la carneficina: prima rumori, poi Yan Rong Li che urla forte. Ma scrive il gip nell’ordinanza: «Il suono giunge come soffocato». È allora che l’altra vittima entra nella stanza spaventata. Vede la scena: «Cosa fai a lei?», chiede. Il telefono registra le urla strazianti di Xiuli Guo. Poi si sente una porta che sbatte e ancora il rumore di quella dell’ingresso. Dal minuto 2,41 il telefono registra solo «il rantolo di Xiuli Guo», che riesce a trascinarsi e viene ritrovata agonizzante sul pianerottolo in fin di vita. Poi le voci dei soccorritori. De Pau che è entrato nell’appartamento di via Riboty, alle 10 e un minuto esce esattamente 40 minuti dopo. Le telecamere lo riprendono.
L’immagine di quell’uomo con il giubbotto azzurro, occhiali da sole e mascherina, riappare in altre telecamere, quelle della Rai di via Teulada e di un supermercato. L’uomo transita alle 11,21, parcheggia la Toyota, nella via attigua. Entra al civico 38 di via Durazzo, dove qualche ora dopo Maria Pola Castano, un’altra prostituta sarà trovata morta. Esce alle 11,37.

 

La fuga

Cosa accada fino alle 2,30 di notte, quando l’uomo appare in un noto locale del centro di Roma dove incontra la prostituta cubana diventata supertestimone, non è chiaro. L’uomo ha di certo avuto un incidente vicino Colle Prenestino. L’auto abbandonata, con le chiavi ancora inserite, sarà trovata successivamente dalla polizia. La donna si accorge che è in «uno stato di alterazione da droghe». De Pau le chiede di dormire da lei, dice di chiamarsi Eudo Giovanoli, mostra una carta d’identità e dice: «Sono uno molto cattivo, ho ucciso molte persone», poi le offre del denaro per avere un rapporto sessuale, ma vuole pagare dopo. La donna si rifiuta. Lo ospita al B&B di via Milazzo, e De Pau le chiede di aiutarlo a recuperare il passaporto, si rivolgono a un’amica della ragazza, la mandano a casa della sorella di De Pau per farsi dare la sua carta di credito. Ma quando la donna bussa alla porta, la mamma e la sorella chiedono di avere un numero di cellulare dove rintracciarlo. Vogliono che De Pau salga su un taxi e torni a casa. Sono quasi le 6 del mattino quando lascia il B&B.

L'allarme

La telefonata concitata arriva ai carabinieri alle 11,48 del 18 novembre. «Mio fratello è sparito da ieri, sotto l’uso di sostanze, completamente fuori di testa, una persona che non sta bene quando fa uso di sostanze e l’ho sentito questa notte, è riuscito a trovare un telefono perché ha il telefono spento da ormai un giorno e mezzo e farfugliava di donne uccise, di sangue, di coltelli e di cose varie», così parla la donna, disperata, al militare che le risponde. Riferisce il delirio del fratello: «Ha detto che c’era sangue, perché quella stava sul letto, perché poi c’erano i servizi segreti, perché poi lui diventa matto quando fa uso di sostanze. Dice c’era sangue, “non so se so’ stato io, non mi ricordo niente”». In sottofondo si sente la mamma dell’indagato piangere. La donna conclude: «Io mi sono sentita di chiamarvi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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