Due marsicani in Nepal scalano il Lobuche East: in vetta lei canta una canzone di Jovanotti

Due marsicani in Nepal scalano il Lobuche East: sulla vetta lei canta una canzone di Jovanotti
Due marsicani in Nepal scalano il Lobuche East: sulla vetta lei canta una canzone di Jovanotti
di Jole Mariani
Martedì 27 Dicembre 2022, 10:46 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 13:25
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Lei Patrizia Sauli, single, giovane imprenditrice di Civitella Roveto, lui Ernesto Macera Mascitelli, giovane ingegnere di Gioia dei Marsi, sposato e con figli, entrambi con la passione dell’alpinismo fino a scalare il 17 dicembre scorso la montagna Lobuche East in Nepal, alta 6.119 metri, un’impresa da Guinness dei primati. Patrizia Sauli aveva con sé i gagliardetti del Comune di Civitella Roveto e del Cai, sezione Valle Roveto, provincia dell'Aquila, e la bandiera italiana che ha issato sulla cima della montagna dopo averla raggiunta. Con loro anche due guide nepalesi, un ragazzo e una ragazza. Partiti da Roma in aereo il 29 novembre, i due alpinisti marsicani sono giunti in Nepal dopo 16 ore di volo. Con un percorso di trekking hanno raggiunto il campo base a 5.200 metri di quota, e hanno iniziato la scalata del monte Lobuche East alle 2,30 del mattino del 17 dicembre, col buio e sono giunti in vetta alle 10,30, dopo otto ore di arrampicata tra ghiaccio e roccia.

«Le scalate - afferma Patrizia Sauli - non si iniziano mai con la luce del giorno, ma sempre di notte, poiché con la luminosità l’alpinista nell’ascesa può essere anche colto dalla paura nel vedere gli strapiombi della montagna e potrebbe quindi rinunciare nell’impresa». La giovane civitellese mentre era alla conquista del monte Lobuche East indossava un cappello del cantante Lorenzo Jovanotti comprato a un suo concerto a Linate. «È il mio portafortuna - dice - lo porto sempre nelle mie imprese il cappello di Jovanotti, insieme anche ad unicorno che mi ha regalato la mia nipotina Carlotta».

Ma cosa si prova dopo aver raggiunto una così alta vetta? «Una gioia immensa - dice la Sauli - Scalare una montagna è una sfida con la natura e con sé stessi, si ritrova il proprio equilibrio, è un po’ come togliersi i panni imposti dalla società ed indossare i nostri veri panni, è un ritorno alle origini, a ciò che da sempre ci appartiene». I due scalatori marsicani in passato hanno compiuto insieme altre imprese. Nel 2014 fecero la traversata del Salar de Uyuni, il lago salato, in Bolivia, nel 2015 le lagune sempre in Bolivia, nel 2018 il Trekking del campo base dell’Everest e nel 2019 il Trekking Annapurna, in Nepal.

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