Il proprietario del motoscafo ha rifiutato di sottoporsi all'alcoltest, l'amico è risultato negativo. Le indagini sull'incidente di sabato sera al largo del lago di Garda, nel quale sono morti Umberto Garzarella, 37 anni, e Greta Nedrotti, 25 anni, seguono il filo sottile delle responsabilità. Chi era al comando del potente Aquarama Riva al momento dell'impatto, violentissimo, che ha ucciso sul colpo Umberto e ha sbalzato in acqua Greta, ritrovata a una profondità di 100 metri con le gambe semi amputate. Quanto avessero bevuto i due turisti tedeschi prima e dopo lo schianto, tra la parata delle auto d'epoca della Mille Miglia, la partita della Germania e la cena a San Felice del Benaco. Ora i due manager d'azienda cinquantenni indagati a piede libero per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso sono tornati a Monaco di Baviera: «Sono rientrati a casa, ma non significa che siano scappati. Siamo in stretto contatto, hanno già detto che seguiranno il processo. Sono distrutti e vicini alle famiglie delle vittime», dice il loro avvocato Guido Sola.
Alle sette di sera di domenica, però, sembrava che la vicenda prendesse una piega diversa.
Umberto Garzarella e Greta Nedrotti probabilmente stavano dormendo, il Riva li ha centrati in pieno sventrando la prua. E nell'impatto alcune parti del gozzo sono rimaste incastrate nel motoscafo, eppure i due manager non ci fanno caso e nemmeno controllano se la barca abbia riportato danni avvertendo l'impatto. Invece si godono la calda notte sul lago: «Abbiamo lasciato il motoscafo al porto e continuato la serata, perché nemmeno immaginavamo di aver ucciso due persone». In zona li hanno visti bere prima e dopo l'incidente, loro però smentiscono abbondanti libagioni antecedenti lo schianto: «Solo un bicchiere a cena, dovevamo guidare», hanno verbalizzato. Domani si svolgerà l'autopsia sul corpo dei due giovani, il primo di una lunga serie di accertamenti disposti dai magistrati.