Cgil, Maurizio Landini eletto segretario generale: sì dal 92.7%

Maurizio Landini
Maurizio Landini
Giovedì 24 Gennaio 2019, 19:50 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 18:46
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Maurizio Landini è il nuovo segretario generale della Cgil: dopo una corsa a due per la leadership, che, fino all'ultimo, ha rischiato di spaccare la confederazione di Corso d'Italia oggi è arrivata l'incoronazione da parte dell'assemblea generale. Quarto di cinque figli, Landini nasce in un piccolo paese dell'appennino reggiano, a Castelnuovo nè Monti, cuore dell'Emilia Rossa, il 7 agosto del 1961, da padre cantoniere e madre casalinga. Costretto a lasciare gli studi di geometra per contribuire al bilancio famigliare, trova lavoro in una cooperativa di Reggio Emilia.

Un sogno nel cassetto era quello di fare il calciatore ma sono ben altri i campi dove giocherà le sue partite più importanti e, soprattutto, come lui stesso racconta, appena quindicenne, capisce subito quella che è la missione del sindacato «rappresentare le condizioni di chi lavora e non deve guardare in faccia nessuno». Divenuto delegato sindacale della Fiom, a metà degli anni ottanta si impegna a tempo pieno nel sindacato, muovendo i primi passi sulla strada che poi lo porterà ai massimi vertici della federazione delle tute blu della Cgil. Uno dei suoi maestri è Claudio Sabattini e, grazie alla sua lezione, matura e rafforza la giovanile intuizione che un sindacalista che non ha una condivisione sentimentale con chi rappresenta deve cambiare mestiere. E, per questo, 'operaio dentrò, Landini, lo è sempre stato. Altra 'guidà è un altro segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini.

Approdato nella segreteria nazionale, Landini è responsabile del settore degli elettrodomestici e di quello dei veicoli a due ruote. Conduce le trattative con Electrolux, Indesit Company e Piaggio. A questi incarichi si aggiunge quello di responsabile dell'Ufficio sindacale che lo ha portato a seguire a stretto contatto con l'allora leader dei metalmeccanici Rinaldini, le trattative per il rinnovo del contratto delle tute blu nel 2009. Il primo agosto del 2010, Landini diventa segretario generale della Fiom e lo sarà fino al 15 luglio del 2017. Epocale è lo scontro con Sergio Marchionne, nella vertenza Fiat sul progetto 'Fabbrica Italià.

Una battaglia, quella condotta dalla Fiom di Landini sugli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori, che segna anche una spaccatura all'interno del fronte sindacale con Fim e Uilm. Nel 2012, la Fiom si costituisce parte civile nella sentenza da lui definita «storica» che condanna i vertici della Thyssen Krupp a pene detentive per l'incidente sul lavoro nella fabbrica di Torino in cui perdono la vita sette operai. La Fiom con Landini svolge un ruolo attivo anche nella vertenza Ilva per mantenere la produzione ma al contempo salvaguardare la salute e l'ambiente. Fino alla firma dell'accordo con l'azienda sotto questo governo. Landini chiude il suo mandato in Fiom con il rinnovo del contratto dei metalmeccanici il 26 novembre 2016, il primo unitario con Cisl e Uil, dopo due separati. Da corso Trieste, sede dell'ex Flm, a Corso d'Italia, il passo è breve e in Cgil diventa segretario generale.

Sono anni, quelli alla guida della Fiom, che vedono Landini acquistare una sempre maggiore popolarità anche grazie alla sue apparizioni televisive, in felpa o in camicia, ma mai con la cravatta. Anni in cui il sindacalista, che si muove su una linea di pragmatismo e conflitto sui principi, sembra assumere un ruolo più politico di riferimento della sinistra. In Cgil, è il leader della sinistra interna. Dopo un iniziale feeling con il segretario del Pd, Matteo Renzi, diventa il più tenace oppositore del Jobs Act. Altra battaglia che culmina con una grande manifestazione a Roma. A quel punto, i tempi sembrano maturi per un impegno in politica a tempo pieno.

Sembra cosa fatta quando Landini nel 2015 lancia 'Coalizione Socialè, un soggetto politico-sindacale che riceve l'appoggio di numerose personalità della sinistra, come Stefano Rodotà, Pancho Pardi, Valentino Parlato, Vittorio Agnoletto, Alfonso Gianni, Gino Strada.
E, a causa di questo, i rapporti tra Landini e il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, spesso tesi, subiscono un altro colpo. Camusso chiede, infatti, chiede a Landini di cancellare qualsiasi ambiguità nel rapporto con la politica. Ma Landini più di una volta dice di non voler fondare un nuovo partito. In molti se lo aspettano. Ma non sarà così. Nel dna dell'ex operaio metalmeccanico c'è e rimane il sindacato. E il futuro gli riserva una nuova sfida, quella della segreteria generale.
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