Velletri, bimba investita fuori dall’asilo. I genitori accusano un'amica della maestra: «Ha mentito»

I genitori della piccola Lavinia accusano un’amica della maestra a processo

Lavinia Montebove travolta fuori dall’asilo, denunciata la testimone: «Ha mentito»
Lavinia Montebove travolta fuori dall’asilo, denunciata la testimone: «Ha mentito»
di Karen Leonardi
Venerdì 9 Dicembre 2022, 23:58 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 17:47
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«Quella teste mente : alla polizia non aveva riferito di aver visto la maestra in auto con nostra figlia». Colpo di scena al processo sul caso di Lavinia Montebove, la piccola investita il 7 agosto 2018, a soli 16 mesi, nel parcheggio di un asilo nido di Velletri. A pochi giorni dalla penultima udienza - prevista per il 12 dicembre - che vede imputate la maestra Francesca Rocca per abbandono di minori e l’investitrice Chiara Colonnelli per lesioni gravissime, una teste della difesa è stata denunciata dai genitori della bimba per falsa testimonianza. 

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LA TESTE

Si tratta della titolare di una gioielleria di Velletri che, secondo Massimo Montebove e Lara Liotta, padre e madre della bambina che oggi ha 5 anni, avrebbe fornito, nel corso dell’udienza del 24 ottobre, una testimonianza contraddittoria con quanto raccontato, invece, alla polizia, come persona informata sui fatti. 
Secondo i genitori, che hanno depositato la denuncia al commissariato di zona, la donna, nell’aula penale del tribunale di Velletri, ha detto di essersi recata all’asilo proprio nell’orario in cui Rocca e Colonnelli, senza attendere l’arrivo dell’ambulanza, decisero di accompagnare Lavinia al pronto soccorso.

Testimonianza che potrebbe alleggerire la posizione al processo della maestra, che avrebbe - secondo la prima versione -, oltre ad aver perso di vista la piccina, abbandonato anche i bimbi da soli in asilo per andare in ospedale con la piccola ferita.

LA CORSA

La maestra, incrociata in auto, a quel punto, le avrebbe detto di correre all’asilo. Una volta giunta al nido, la commerciante avrebbe visto i bambini da soli e notato in lontananza un altro genitore a cui, senza neanche scambiarci due parole, avrebbe lasciato il figlio per poi andare a lavoro. Questa versione, ha fatto notare in aula il pm Giovanni Taglialatela, era completamente diversa da quella resa alla polizia, alla quale la stessa non avrebbe riferito di aver incontrato la maestra e, per contro, avrebbe detto di aver scambiato delle parole con il papà di un altro piccolo.

LA RILETTURA

«L’attenta rilettura delle trascrizioni del processo - ha spiegato il legale della famiglia, l’avvocato Cristina Spagnolo - ha evidenziato che almeno una delle testi della difesa della maestra Rocca abbia reso una dichiarazione non solo contraddittoria rispetto alle altre prove orali assunte nel giudizio, ma anche totalmente divergente da quella resa dalla stessa teste in fase di indagini. La spiegazione fornita rispetto a questo cambio di rotta, a nostro avviso, non è verosimile e pertanto abbiamo deciso di procedere sin da ora a denunciare questa persona. E se la Procura riterrà fondata la denuncia, le responsabilità della testimone verranno accertate in un processo, ma va anche detto che se lo riterrà, potrà anche ritrattare nell’ambito del processo in corso finché non verrà chiusa l’istruttoria, usufruendo della causa di non punibilità prevista dal nostro codice penale». Ma ovviamente l’ultima parola su questa terribile vicenda, spetterà al giudice.

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