Il falconiere della Lazio e il «Duce! Duce!» ai tifosi: il club lo sospende. Lui: «Sono di destra, ma non fascista»

Lazio, saluti romani e «Duce! Duce!» tra i tifosi e l'addestratore di Olimpia. Il club: «Non è un nostro dipendente»
Lazio, saluti romani e «Duce! Duce!» tra i tifosi e l'addestratore di Olimpia. Il club: «Non è un nostro dipendente»
Mercoledì 20 Ottobre 2021, 13:30 - Ultimo agg. 15:52
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Lazio, polemica per i cori che inneggiano a Benito Mussolini e per i saluti romani tra alcuni tifosi biancocelesti presenti sabato scorso allo stadio e Juan Bernabé, l'addestratore dell'aquila Olimpia. Il video, diffuso sui social, ha scatenato molte polemiche e le proteste di diversi esponenti della Comunità ebraica.

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Lazio, il caso dei saluti romani e i cori per il Duce con l'aquila Olimpia

L'episodio è avvenuto sabato scorso, a margine della sfida vinta dalla Lazio in casa per 3-1 contro l'Inter. Il video, però, è stato pubblicato solo qualche ora dopo da un tifoso e la sua diffusione è avvenuta nella giornata di ieri. Nel filmato si vedono, in tribuna Monte Mario, alcuni tifosi inneggiare al Duce, salutando (ricambiati) l'addestratore dell'aquila Olimpia con il saluto romano.

Juan Bernabé da oltre 11 anni è il falconiere della Lazio e porta con sé l'aquila mascotte del club ad ogni partita casalinga all'Olimpico.

Lazio, l'ira delle Comunità ebraiche per i saluti romani

Il duro commento di Noemi Di Segni, presidente dell'Unione Comunità ebraiche italiane, non si è fatto attendere. «Davanti all'ostentazione di gesti e simbologie che rievocano ideali fascisti non possono esserci ambiguità e tentennamenti. Il comportamento dell'addestratore dell'aquila Olimpia emblema della Lazio, immortalato in un video diventato virale, non lascia spazio a dubbi. Si intervenga, da parte della società e dalla Federazione, con la massima urgenza. Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che dal campo si propaga in ogni piazza», ha spiegato Noemi Di Segni.

Saluti romani e inni al Duce, la Lazio prende le distanze

Una volta emerso il caso, la Lazio è corsa ai ripari per difendersi dalle polemiche. «La Società Sportiva Lazio ha inviato nelle scorse settimane una lettera ai fornitori per richiamarli al rispetto del Codice Etico in vigore ed in particolare ad un comportamento pienamente rispettoso dei principi ai quali si è sempre ispirata l’attività della Società, sia nel campo sportivo che nei rapporti ordinari. Particolare attenzione è stata sempre posta sul divieto assoluto di procedere ad azioni e comportamenti di qualunque genere discriminatori sotto tutti i profili tutelati dall’art. 3 della Costituzione» - si legge in un comunicato - «Pertanto, appresa l’esistenza del video che ritrae Juan Bernabè (non tesserato e dipendente di una società esterna alla Lazio) in atteggiamenti che offendono la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira, sono stati presi provvedimenti nei confronti della società finalizzati all’immediata sospensione dal servizio della persona interessata e all’eventuale risoluzione dei contratti in essere».

La risposta del falconiere: «Non sono fascista»

«Sono dispiaciuto per quello che è successo, in Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta. In Italia a quanto pare è anche così, dandosi una pacca sul petto. Io sono una persona assolutamente di destra, del partito Vox in Spagna come pure tanti amici calciatori, ma non di idea fascista, non è proprio nella mia mentalità». Si giustifica così, all'Adnkronos, Juan Bernabé, lo storico addestratore dell'Aquila Olympia, simbolo della Lazio. Il 53enne spagnolo è infatti il protagonista di un video diventato virale in cui, al termine del match contro l'Inter di sabato scorso, alza più volte al cielo il braccio destro all'indirizzo dei tifosi che urlano 'Duce! Duce!'. «Sono un uomo che ha girato il mondo, che fa business in tutto il mondo e che ha rapporti con persone di tutte le razze. È stato un gesto dettato dall'impulso - aggiunge il falconiere - festeggiando il finale di una partita. Un saluto militare, mai fascista. Tuttavia va bene, queste cose fanno parte della vita, ci sono momenti brutti e belli. E questo per me è un momento brutto».

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