Lite choc con il controllore: «Mi hai offeso, scendi dal treno». Arriva la polizia, la scena in diretta su TikTok

Lite col controllore sul treno, ragazzo marocchino costretto a scendere riprende la scena in diretta social: il video choc
Lite col controllore sul treno, ragazzo marocchino costretto a scendere riprende la scena in diretta social: il video choc
 Valerio Salvianidi Valerio Salviani
Giovedì 11 Agosto 2022, 15:41 - Ultimo agg. 18 Agosto, 23:46
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«Giù dal treno, così impari a offendere chi sta lavorando». I social ancora una volta sfruttati per denunciare un abuso. Almeno secondo Raffaele (che sui social si chiama omar.marokiii), ragazzo marocchino, che ha usato il suo profilo su TikTok per diffondere un episodio avvenuto su un treno regionale, della compagnia Trenord (controllata di Trenitalia che serve in Lombardia).

Il video fatto in diretta, è stato poi ripubblicato il 10 agosto e suddiviso in quattro parti. Tre protagonisti: il giovane che registra con il telefono in mano, il capotreno e i poliziotti chiamati per scortarlo fuori dal vagone. Il filo conduttore è lo stesso dall'inizio alla fine: il ragazzo, che dichiara di lavorare nel parco divertimenti di Gardaland (come dimostrato dal talloncino inquadrato nel video che mostra il suo nome), viene fatto scendere dal treno, nonostante avesse il biglietto. Il commento al video è una bandiera dell'Italia, affiancata dall'emoticon che indica la nausea (tradotto, l'Italia fa schifo). Ma cosa è successo?

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La dinamica non è spiegata chiaramente, ma è facilmente comprensibile.

Ascoltando le parole dei diretti interessati, si sente il capotreno spiegare la sua scelta così: «Impari a offendere chi sta lavorando». «Anche io sto andando a lavorare. Lavoro a Gardaland», risponde il ragazzo. Davanti a lui tre poliziotti, uno di loro dice: «Giusto o sbagliato, lei deve scendere. Sta facendo fare tardi alle persone che devono viaggiare». La prima parte del video si conclude così. Nella seconda il ragazzo prova a spiegarsi: «Se un cliente a Gardaland mi insulta, io non posso decidere di non vendere l'oggetto». La questione sembra dunque chiara. Il ragazzo ha avuto una discussione con il capotreno, che ha deciso di farlo scendere, nonostante avesse il biglietto. Per incalzarlo, i poliziotti gli fanno notare che non ha la mascherina. Raffaele li riprende e risponde subito: «Neanche voi ce l'avete».

«Il controllore ce l'ha con me»

Nella terza parte del video, il ragazzo è sceso dal treno e mostrando mascherina e biglietto urla contro i poliziotti: «Nonostante avessi il biglietto mi avete fatto scendere. Adesso arriverò in ritardo al lavoro». Poi continua, attaccando di nuovo il controllore: «L'ha presa sul personale, perché è la seconda volta che mi ha incontrato». I poliziotti gli chiedono i documenti, ma Raffaele torna all'attacco: «Non ve lo do. Anzi, siete voi a dovermi dare i vostri numeri», dice puntando il dito contro i militari.

 

 

La polizia lo scorta in caserma

Nell'ultima parte, uno dei poliziotti gli dice: «Perché ci costringi a fare le cose con la forza?». I militari, probabilmente stanchi della lite con il ragazzo, gli intimano di seguirli in caserma. Raffaele ribatte: «Mi avete fatto scendere senza motivo. Tante altre persone hanno pagato il mio stesso biglietto, ma non le avete fatte scendere. Perché proprio a me? Il capotreno ce l'ha con me, è la seconda volta che ce l'ha con me». Il poliziotto insiste nel voler scortare il ragazzo in caserma e lo prende dal braccio. «Le mani addosso non può mettermele», gli urla il giovane. «Vieni con noi in ufficio e spieghi tutto», ribatte il poliziotto, mentre lo spinge. Un altro militare gli dice di consegnare il telefono, ma anche stavolta Raffaele ha la risposta pronta: «Non puoi farlo e io non te lo consegno».

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La denuncia social

Quello di Raffaele è il secondo caso in pochi giorni (dopo quello di Soverato) di liti trasmesse in diretta social. E quando un poliziotto dice al ragazzo che «non puoi trasmettere quello che sta succedendo», lui risponde: È l'unico modo che ho per registrare l'ingiustizia che state facendo e lei questo lo sa. A voi va a sfavore. Se non le va bene denunci chi ha inventato Instagram. Lei è un pubblico ufficiale e posso registrarla», conclude.

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