Zaia: «Lockdown solo se fiammata con migliaia casi. Ma si farà la Mostra del Cinema di Venezia»

Zaia: «Lockdown solo se fiammata con migliaia casi. Se Covid19 torna si lavorerà su micro focolai»
Zaia: «Lockdown solo se fiammata con migliaia casi. Se Covid19 torna si lavorerà su micro focolai»
Domenica 24 Maggio 2020, 14:07 - Ultimo agg. 25 Maggio, 07:21
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Coronavirus, Il governatore del Veneto Luca Zaia traccia la linea in caso di un boom di nuovi casi di contagio: «Lockdown solo se fiammata con migliaia casi. Se Covid19 torna si lavorerà su micro focolai». «Se ci fosse un ritorno del Covid19 ad ottobre si lavorerà sui micro focolai e non si penserà più di agire più con una rete a maglie fine per prendere dentro tutti finché sarà gestibile la situazione in lockdown non avrà più senso», dice Luca Zaia.

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Ma al tempo stesso il Governatore lancia una notizia rassicuranti  «La Mostra del cinema di Venezia si farà a settembre come previsto». Dice Zaia, che è nel Cda. «Gli esperti dicono che settembre è la finestra per le elezioni quindi si può fare la Mostra. Ho parlato con il Presidente Roberto Cicutto e sul problema Biennale Architettura è stato detto che la maggior parte degli espositori non se la sentiva di fare gli allestimenti dei padiglioni, sulla Mostra del cinema probabilmente non ci saranno tutte le produzioni che siamo abituati a vedere perché si sono fermate le lavorazioni ed anteprime dei film».



«Se ci fosse una 'fiammata' di quelle paurose di contagi - ha poi aggiunto - con 400 persone in terapia intensiva e migliaia di ricoverati si va per forza in lockdown perché non ci sono altre alternative». «È per questo - ha sottolineato Zaia - che è inutile fare l'happy hour fianco a fianco, fatelo lo stesso ma evitate il 'casino', usate la mascherina».

 

 
Turismo
«Il turismo esprime la libertà totale, pensare che si debba vivere pensando a dei corridoi sembra un assurdo». Lo ha detto il Governatore del Veneto, Luca Zaia, sull'ipotesi di corridoio tra Germania e Italia, attraverso l'Austria, a scopo turistico dopo i blocchi alle frontiere verso il Paese. «O siamo in esenzione da Coronavirus e possiamo avere uno Schengen europeo oppure c'è qualcosa che non funziona - ha proseguito - Ci vuole un'autorità europea che stabilisca questo, noi ragioniamo con i confini ma il virus o c'è o non c'è. In un mondo così connesso è assurdo pensare che i problemi dell'Italia finiscano sulle Alpi e poi inizino quelli dell'Austria: è un unicum, se l'Europa c'é batta un colpo».

Giro di boa
«I dati dicono che andiamo verso una situazione di tranquillità, ma il giro di boa lo vedremo giovedì, per capire se la mancanza del rispetto delle regole con la "movida" ha portato danni». Lo ha detto Luca Zaia nella quotidiana conferenza stampa sulla situazione Covid-19 in Veneto. Il governatore ha sottolineato l'importanza del calo dei positivi «specie dopo l'aumento delle aperture e quindi di una crescita della socializzazione in questa prima settimana». Nel corso dell'incontro Zaia ha anche presentato il video realizzato dalla Regione Veneto, che da oggi verrà diffuso sui social, per sensibilizzare i cittadini al rispetto delle regole nei momenti di svago e negli aperitivi in piazza: «il Covid-19 si combatte in ospedale, ma soprattutto fuori» è lo slogan che conclude il filmato.

Crisanti
«Il piano (dei tamponi ndr.) c'era, dovete chiedere a Crisanti, che ho sentito ieri: Abbiamo cavalli di razza, gli ho detto 'guarda prof, definiamo ruoli e avanti tutta, non abbiamo tempo di distrarcì».
Così il governatore Luca Zaia, nella quotidiana conferenza stampa, ha inteso chiudere la polemica esplosa ieri con le dichiarazione critiche del prof. Andrea Crisanti, e le risposte della dirigente della Prevenzione, Francesca Russo, sulla 'paternità' e gestione del piano dei tamponi in Veneto. «A mio avviso non avrà alcun seguito questo dibattito da 'fine settimanà» ha aggiunto Zaia. «Io mi sono ritagliato il ruolo di paciere - ha spiegato - Abbiamo in scuderia dei cavalli di razza e non dei ronzini, ed i cavalli di razza sono difficili, scalciano sgroppano» ha proseguito il governatore, facendo i nomi degli altri dirigenti della sanità veneta. «Non vorrei - ha concluso - che tutto fosse ridotto a due persone, fanno parte di una squadra. Non voglio passi il concetto che se va bene è merito dei clinici e se va male dei politici. A Crisanti è stata data una Ferrari, ma anche lui ha una squadra alle spalle».


 

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