Incinte ed escluse dal voto per il capo dei maestri di sci d'Abruzzo: la strana guerra del Gran Sasso

Hanno vinto, prima al Tar, poi al Consiglio di Stato e ora chiedono le dimissioni del Consiglio direttivo del Collegio regionale

Tre donne incinte ed escluse dal voto per il capo dei maestri di sci d'Abruzzo: la strana guerra del Gran Sasso
Tre donne incinte ed escluse dal voto per il capo dei maestri di sci d'Abruzzo: la strana guerra del Gran Sasso
di Sonia Paglia
Mercoledì 15 Marzo 2023, 00:34 - Ultimo agg. 16:44
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Tre maestre di sci con il pancione escluse dal voto, un maestro in carrozzina espunto dalla lista dei candidati. Al centro del contendere le elezioni, mai svolte, per il rinnovo del Collegio regionale dei maestri di sci d’Abruzzo. A loro, collocati in un elenco speciale di “maestri di sci non attivi”, non è restato altro che rivolgersi alla magistratura. Hanno vinto, prima al Tar, poi al Consiglio di Stato e ora chiedono le dimissioni del Consiglio direttivo del Collegio regionale. E la convocazione di una nuova assemblea elettiva, con riapertura delle candidature, come stabilito dal giudice, ed elezioni aperte a tutti i 700 maestri di sci dell’Abruzzo. Senza esclusioni dei 32 inseriti «nell’elenco del vergogna» come lo chiama qualcuno.

«AVVILENTE»

Simona Di Padova, una delle due maestre di sci, escluse perché incinta, dice: «Già il lavoro è prettamente maschile, poi sentirsi esclusa per questa motivazione, la maternità, è stato molto avvilente. Ma alla fine tutto è andato per il meglio». La battaglia è iniziata lo scoro anno. Il 14 maggio del 2022 si doveva votare per il rinnovo delle cariche 2022-2026, del Collegio regionale Maestri di sci Abruzzo, ma tutto venne rinviato al 12 novembre. Il motivo? Il Tar sospese i provvedimenti, impugnati dai maestri esclusi. Il primo ricorso venne presentato da Pietro Trozzi, maestro di sci costretto in carrozzina dopo un incidente stradale, che non ha mai voluto abbandonare la passione per la montagna e per l’insegnamento. Allora ci fu una nuova convocazione del Collegio, il 23 dicembre, per prendere atto della pronuncia del Tar e del Consiglio di Stato, che confermava la sospensiva del Tribunale amministrativo regionale. È di questi giorni la nuova sentenza, che ha dato ragione alle maestre in maternità, e ha condannato l’operato del Collegio e della Regione Abruzzo, stabilendo anche il pagamento delle spese di lite a loro carico, e annullando tutti gli atti impugnati.

LA NORMATIVA

La vicenda inizia quando Trozzi viene escluso dalla candidatura a consigliere del Collegio regionale. Insieme a lui, anche la maestra Di Padova era tra i candidati, ma in attesa di un figlio, e venne estromessa. Eccepita anche l’incandidabilità del maestro Gianluca Di Girolamo poiché non aveva fatto i corsi di aggiornamento. E quindi, come nel caso delle altre due maestre in maternità Francesca Ferrara e Rosa Maria Bucci, sono stati inseriti nell’elenco speciale dei dei non attivi, istituito nel 2013. Elenco ritenuto illegittimo dalla giustizia amministrativa. Con la Regione, organo di vigilanza, che avrebbe dovuto controllare l’operato del direttivo. Per il Tar, l’elenco speciale ha la sola finalità di consentire ai maestri di accedere ad agevolazioni economiche, cioè beneficiare di una quota annuale ridotta rispetto a quella dei maestri in attività, ma non può negare o limitare il diritto all’elettorato, che, invece, deve essere garantito a tutti i maestri di sci, in forza dei principi dalla normativa statale. «Mi sono candidato - afferma Trozzi - e secondo il loro regolamento io non potevo candidarmi e neanche votare. Sono stato inserito d’ufficio nell’elenco speciale, in quanto disabile. Io mi ritengo una persona e quindi la mia esclusione si configura nella tipica ignoranza di chi non conosce le norme su come formare i regolamenti nei Collegi. La mia sentenza di merito e quella delle ragazze ci sarà il 23 maggio». Il Consiglio direttivo del Collegio regionale è composto dal presidente Francesco Di Donato, sindaco di Roccaraso, dal vice presidente Giuseppe Benedetti e da 11 consiglieri. «Auspichiamo di arrivare prima possibile a elezioni trasparenti e legittime per ridare dignità all’intera categoria dei maestri - dice Francesco Di Pasquale, maestro di sci di Pescocostanzo, candidato al Collegio - ritengo opportune le dimissioni del direttivo e l’intervento della Regione Abruzzo, con il commissariamento». Nessun commento dal sindaco-presidente più volte chiamato a replicare.

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