Mafiosi, imprenditori incensurati, sindaci e manager ai vertici di aziende pubbliche. Non c'è solo la mafia nell'inchiesta della Dda di Palermo che stamattina ha portato al fermo di 13 persone ritenute legate al boss latitante Matteo Messina Denaro. Nell'indagine, condotta dallo Sco della Polizia, c'è anche Salvatore Barone, ex presidente del consiglio di amministrazione ed ex direttore dell'azienda per i trasporti Atm di Trapani. Barone, che è stato fermato con l'accusa di associazione mafiosa, è anche presidente della cantina sociale Kaggera di Calatafimi e secondo gli inquirenti era al servizio del capo della famiglia mafiosa locale, Nicolò Pidone.
Calogero Mannino: «Trent'anni di processo sono già una condanna»
Pidone, direttamente o attraverso il proprio uomo di fiducia, Gaetano Placenza, allevatore messo ai vertici della società, decideva chi assumere scegliendo il personale in modo da aiutare le famiglie dei detenuti mafiosi e disponeva che ad esponenti di Cosa Nostra venissero dati soldi.