Mafia a Palermo, si ribellano al pizzo, scatta l'operazione dei carabinieri: colpo al mandamento di Tommaso Natale

Mafia a Palermo, si ribellano al pizzo, scatta l'operazione dei carabinieri: colpo al mandamento di Tommaso Natale
Mafia a Palermo, si ribellano al pizzo, scatta l'operazione dei carabinieri: colpo al mandamento di Tommaso Natale
Martedì 23 Giugno 2020, 08:13 - Ultimo agg. 08:32
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Sono sette le vicende estorsive, consumate o tentate, ricostruite dai carabinieri nell'ambito dell'operazione Teneo che stamattina, a Palermo, ha portato all'arresto di dieci esponenti del mandamento di Tommaso Natale. Le indagini hanno messo in evidenza una «particolare attenzione, riposta dagli esponenti mafiosi, nei confronti delle imprese operanti nel settore edile». Due episodi sono stati spontaneamente denunciati dalle vittime.  Fra gli episodi, il tentativo di Vincenzo Taormina di imporre la fornitura di scarrabili e di sabbia a un imprenditore edile, per poi costringerlo al pagamento di un'estorsione di mille euro per i lavori di ristrutturazione di uno stabile a Sferracavallo; una tentata estorsione di Francesco Paolo Liga e Vincenzo Taormina nei confronti di un altro imprenditore edile affinché affidasse a un soggetto a loro vicino la realizzazione degli impianti di condizionamento all'interno di un cantiere aperto in via Partanna Mondello di Palermo.

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E poi una estorsione ai danni di un imprenditore edile la cui impresa era impegnata in lavori di ristrutturazione all'interno di un residence in via Tommaso Natale, con la complicità e la mediazione del portiere; un'altra estorsione che ha costretto un imprenditore edile a rinunciare ai lavori di ristrutturazione di un immobile nella zona della Marinella di Palermo, che poi venivano assegnati a una ditta a lui riconducibile; il tentativo di un imprenditore edile ed esponente della famiglia mafiosa di Passo di Rigano di bloccare l'avvio dei lavori di scavo nella zona di viale Michelangelo da parte di una ditta edile, il cui titolare avrebbe dovuto cercare prima un contatto con gli esponenti mafiosi del territorio per la cosiddetta
messa a posto; un furto aggravato, commesso come avvertimento e intimidazione mafiosa, di un cassone scarrabile collocato dalla vittima in via Plauto; un'altra estorsione ai danni di una impresa che aveva aperto un cantiere in via Porta di Mare di Palermo. 

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Si svolgevano anche al largo della coste di Palermo, a bordo di gommoni, i summit fra i due boss Giulio Caporrimo e Nunzio Serio. È uno degli spaccati che emerge dall'operazione Teneo.  Fra gli incontri, registrati dalle microspie, anche una pittoresca vicenda relativa alle lamentele per la presenza di moto d'acqua che scorrazzavano nei pressi dei bagnanti di Sferracavallo. Il capomafia raccontava di essere intervenuto personalmente nei confronti di alcuni utilizzatori delle moto d'acqua, originari dei quartieri Brancaccio e Pagliarelli, i quali, riconoscendolo, avevano tenuto un comportamento remissivo, tanto da essersi spostati sulla zona di Mondello, dall'altro lato della riserva di Capo Gallo, perché a Sferracavallo «c'era lo zio in porto». 

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