Roberto Testa, morto nella notte l'escursionista soccorso sulla Majella: era rimasto bloccato con un amico

L’uomo aveva 34 anni: era ingegnere e abitava a Colleferro

Roberto Testa, morto nella notte l'escursionista soccorso sulla Majella: era rimasto bloccato con un amico
Roberto Testa, morto nella notte l'escursionista soccorso sulla Majella: era rimasto bloccato con un amico
Domenica 20 Novembre 2022, 10:59 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 03:47
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È morto nella notte alle 4 al policlinico di Chieti Roberto Testa dove era stato ricoverato, uno dei due escursionisti soccorsi ieri sera nei pressi del bivacco Fusco, a quota 2.455 metri nel parco nazionale della Majella in provincia di Chieti.

L’uomo, 34 anni, ingegnere aerospaziale, abitava a Colleferro. È  stato un amico, che si trovava con lui, a dare l’allarme in seguito ad una caduta e le squadre del soccorso Alpino e Speleologico Abruzzese, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, che non hanno consentito l’utilizzo dell’elicottero, avevano dovuto raggiungere a piedi il luogo dei soccorsi e poi tornare a valle.

 

Testa è giunto in ospedale in ipotermia.

I due avevano lasciato la loro automobile al Rifugio Pomilio verso le 10 di ieri mattina, quando però le condizioni meteo erano già difficili perché stava nevicando e c’era vento.  (Foto: da ufficio stampa Cnsas) Poi dal Rifugio Pomilio hanno raggiunto il Bivacco Fusco a quota 2.455 metri: un percorso impervio che richiede almeno 3 ore di cammino. Uno dei due, il ragazzo che purtroppo è deceduto stamattina in ospedale, è scivolato lungo la via del ritorno, a causa della presenza di ghiaccio. Nel frattempo l’amico che era con lui, anche lui di 34 anni di Roma, ha allertato i soccorsi intorno alle 17 di ieri. Nel frattempo le condizioni meteo erano peggiorate a causa della neve e delle forti raffiche di vento.

In più con l’arrivo del buio le temperature sono continuate a scendere.



Subito, appena il Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese ha ricevuto l’allarme, sono partite dalla stazione di Penne e di Chieti delle Squadre di terra del Soccorso Alpino. Purtroppo l’arrivo del buio ha impedito all’elicottero di decollare, cosi i soccorritori hanno richiesto l’intervento dell’elicottero dell’Aeronautica Militare, pronto a decollate dalla base di Poggio Renatico. Tuttavia le forti raffiche di vento hanno reso impossibile l’intervento dell’Aeronautica Militare.



Nel frattempo si sono messe in cammino sotto la neve e la tempesta di vento anche le squadre del Soccorso Alpino di Sulmona e L’Aquila. In tutto un’operazione che ha coinvolto 25 membri del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese e due medici soccorritori del Soccorso Alpino. Verso le 20 i due ragazzi sono stati raggiunti, avevano un principio di ipotermia e uno dei due, quello deceduto stamattina, era sfinito, così è stato soccorso e imbarellato. Purtroppo però durante la discesa il ragazzo è andato in arresto cardiaco, è stato rianimato più volte dai medici del Soccorso Alpino e quando i soccorsi sono giunti al Rifugio Pomilio, c’era già l’ambulanza medicalizzata, che lo ha portato all’ospedale di Chieti. Le sue condizioni sono sembrate subito gravi e purtroppo stamattina è deceduto in ospedale.



«Ci stringiamo attorno al dolore dei familiari di questo ragazzo, è stato un intervento molto complesso e pericoloso anche per noi soccorritori - spiega il presidente del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese, Daniele Perilli -, ma purtroppo le condizioni meteo erano davvero proibitive. Ricordiamo che la montagna è pericolosa e che le condizioni meteo tendono a peggiorare velocemente. Non si va in montagna senza vedere prima le previsioni meteo, non si parte la mattina tardi e sicuramente occorre un’attrezzatura adeguata alle condizioni del terreno a cui si va incontro».

Soccorsi i due ragazzi bloccati in alta quota sotto la neve: uno è ferito

+++In aggiornamento +++

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