Norcia, ucciso da un pugno dato per gioco: chiesta la scarcerazione dell'amico
Da quanto si è saputo, nell'inchiesta per omicidio colposo, coordinata dal pm Carlo Cinque, sono indagati 4 neurochirurghi che si sono occupati delle condizioni della donna dopo la caduta e gli inquirenti sono in attesa degli esiti complessivi degli esami autoptici effettuati nelle scorse settimane. Come ricostruito nella denuncia presentata ai carabinieri, alla donna era stata diagnostica la leucemia lo scorso luglio ed era già in cura al San Gerardo dove, a inizio ottobre, aveva fatto «l'ultima somministrazione» di chemioterapia.
La mattina del 13 ottobre aveva cominciato ad avere febbre alta, che non si abbassava, e un principio di infezione polmonare e da qui la decisione del ricovero al San Gerardo, dopo che la donna era passata per il pronto soccorso. Veniva collocata, come si legge nella denuncia, «presso il reparto malattie infettive, nonostante il valore dei globuli bianchi fosse basso e quindi soggetto vulnerabile alle infezioni». Il marito rimase alcune ore in ospedale con lei e poi «durante la sera e fino alla mezzanotte ho scambiato dei messaggi con mia moglie che si lamentava per la febbre alta».
Verso le 2,30 del 14 ottobre, l'uomo ricevette una telefonata dall'ospedale che lo informò che la moglie era caduta «e si era procurata un piccolo ematoma e pertanto la stavano intubando e trasferendo in neurochirurgia».
Dopo l'operazione una dottoressa informò l'uomo che «le condizioni di Alessandra erano gravissime». E poi il 15 ottobre «abbiamo cercato di far fare ancora qualcosa ai medici lì presenti», ma nel tardo pomeriggio veniva dichiarato il decesso. Il marito ha denunciato di aver avuto dichiarazioni «contraddittorie» sul «personale che ha eseguito l'operazione» e sul luogo in cui è caduta la donna, oltre a lamentare la «imperizia di chi ha deciso di ricoverare mia moglie in un reparto non confacente alla sue condizioni di salute».