E' morta senza poter realizzare il suo sogno. Quello di una madre che chiedeva solo di poter rivedere il figlio di 12 anni, lasciato all'ex marito quando lei aveva iniziato a curarsi per un tumore. Una vicenda iniziata con i dissapori nella coppia, le violenze subite dalla donna, la burrascosa separazione e quindi la malattia che aveva costretto la mamma - insegnante di 47 anni, di Frosinone - ad affidare il ragazzino al suo ex. Lontano centinaia di chilometri perché residente a Trani.
Il giudice aveva disposto che il bambino dovesse vedere la donna una volta al mese, ma l'uomo - un medico che esercita appunto a Trani e nel frattempo è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti - non ha mai ottemperato a questo obbligo e sull'ultima istanza presentata dagli avvocati Andreina Ciotoli e Francesca Ruggeri del centro antiviolenza "Fammi rinascere" del capoluogo ciociaro il giudice si era riservato una decisione.
Il caso era finito anche in Parlamento e all'interrogazione della deputata Cecilia Guerra il ministero aveva risposto che: «Il regime di visita tra madre e figlio è stato disciplinato al fine di garantire il superiore interesse del minore a mantenere significativi rapporti con entrambi i genitori». Peccato non sia mai stato così. Fino all'ultimo.
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