Mamma tenta di uccidere il figlio tetraplegico, la badante lo salva

Mamma tenta di uccidere il figlio tetraplegico, la badante lo salva
Mamma tenta di uccidere il figlio tetraplegico, la badante lo salva
Venerdì 13 Dicembre 2019, 09:32 - Ultimo agg. 10:10
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Una mamma ha tentato di uccidere il figlio 20enne tetraplegico: è accaduto a Catania, ma il pronto intervento della badante del ragazzo che ha allertato i carabinieri ha salvato il giovane disabile. La mamma 54enne ha tentato di uccidere il figlio di 20 anni, affetto da tetraparesi spastica e ritardo mentale, facendogli ingerire tutto il contenuto di un flacone di gocce di un sedativo e tentando di soffocarlo riempiendogli la bocca con della carta assorbente inzuppata di profumo.

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A sventare il piano la badante del giovane. La mamma 54enne del ragazzo è stata arrestata per tentato omicidio da carabinieri del comando provinciale di Catania e posta ai domiciliari dal Gip in una comunità terapeutica assistita su richiesta della Procura.

La 54enne aveva prima cacciato fuori dall'abitazione l'anziana madre convivente, consentendole poi di farvi rientro ma rinchiudendola sotto chiave per impedirle di uscire. Ma, purtroppo, era decisa a fare ancor di più. Infatti, per porre in atto il suo piano delittuoso, ha allontano anche la badante che la coadiuvava nell'assistenza del figlio disabile, la quale, ad onor del vero, è da lodare per la prontezza di spirito che ha manifestato in quei momenti drammatici. La collaboratrice infatti, presagendo un pericolo reale per l'incolumità del suo assistito, si era immediatamente rivolta ai carabinieri raccontando l'accaduto e consentendo loro un pronto intervento.

Al loro arrivo i militari, insieme alla badante, hanno trovato l'anziana madre costretta sul balcone di casa terrorizzata e tremante ed il ragazzo che versava in condizioni critiche poiché affetto da grave crisi respiratoria. La donna infatti, nel tentativo di ucciderlo, oltre a somministrargli un intero flacone di 'Valium' rinvenuto sul comodino, aveva cercato di soffocarlo riempendogli la bocca con della carta assorbente inzuppata di profumo.

Il primo intervento di disostruzione del cavo orale, seppur a malapena, ha consentito al ragazzo di respirare quindi è con l'immediata induzione al vomito, si è riusciti a far espellere il farmaco. L'arrivo del personale sanitario del 118 ne ha scongiurato il decesso.

La donna, sottoposta a T.S.O. è stata condotta presso un nosocomio della provincia etnea. La gravità dei fatti accaduti e i successivi riscontri investigativi, comunicati al pubblico ministero titolare dell'indagine, facente parte del pool di magistrati specializzato sui reati inerenti la violenza di genere, oltre ad evidenziare la perfetta sinergia d'intenti tra Autorità Giudiziaria, carabinieri e le componenti sanitarie attive sul territorio, che di fatto hanno salvato la vita del giovane disabile, hanno fornito al giudice quegli elementi probatori utili all'emissione della misura cautelare.

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