Thomas Bricca, la madre: «Mio figlio è morto, i suoi killer vanno alle feste. Ritardi e prove cancellate»

L’agguato ad Alatri 4 mesi fa, lo sfogo della madre: «Hanno ucciso anche me»

Thomas Bricca, la madre: «Mio figlio Thomas è morto, i suoi killer vanno alle feste. Ritardi e prove cancellate»
Thomas Bricca, la madre: «Mio figlio Thomas è morto, i suoi killer vanno alle feste. Ritardi e prove cancellate»
di Pierfederico Pernarella
Venerdì 21 Aprile 2023, 00:22 - Ultimo agg. 10:00
5 Minuti di Lettura

«Sono morta con il mio Thomas. Ora niente è più importante, per me non ha più senso vivere». La voce di Federica Sabellico s’incrina un attimo quando prova a descrivere la sua vita senza il figlio, Thomas Bricca, il 19enne ucciso in un agguato a colpi di pistola lo scorso 30 gennaio. Sono trascorsi quasi 4 mesi dall’omicidio, ma l’attesa e annunciata svolta nell’inchiesta non è arrivata.

Ci sono due indagati a piede libero, Mattia e Roberto Toson, figlio e padre.

Per la Procura sarebbero stati loro ad uccidere Thomas, ma non ci sono ancora elementi sufficienti per chiudere il cerchio. Federica Sabellico attende, non può fare altro, ma ora non vuole più nascondere la rabbia: «Adesso basta, sono trascorsi troppi mesi. Arrestate i colpevoli, vivere così è un incubo». Accanto al lei c’è anche il fratello, Lorenzo, che in questi mesi si sta impegnando per chiedere giustizia sull’uccisione del nipote e fare in modo, attraverso progetti sociali, che la sua morte non sia stata inutile.

Il delitto di Alatri, appello del vescovo durante l’omelia: «Non dimentichiamo Thomas Bricca»


Che sensazione prova quando pensa che gli assassini di suo figlio non sono stati ancora arrestati?
«Tanta rabbia, è allucinante, è un incubo pensare che chi ha ucciso Thomas possa andare in giro beatamente in piena libertà, magari a stappare bottiglie di spumante. Siamo sempre stati collaborativi, corretti, abbiamo fiducia nelle autorità, attraverso il nostro legale abbiamo fornito tutte le informazioni utili, ma intanto passano i mesi, troppi, e non si muove una foglia. Temiamo che le indagini siano finite in un vicolo cieco. Spero che questo silenzio abbia un motivo, spero che stiano lavorando e lo stiano facendo meglio di quanto abbiano fatto finora».


Non è soddisfatta di come sono state condotte le indagini?
«Ripeto, abbiamo fiducia nella giustizia, ma mettetevi nei nostri panni. Mio figlio, un ragazzo di 19 anni, ha perso la vita da innocente, non era lui l’obiettivo di quegli spari. Non siamo di ferro, siamo allo stremo e arrabbiati. Arrabbiati perché per le risse che ci sono state nei giorni prima dell’omicidio nessuno ha fatto niente e non sappiamo perché. Siamo arrabbiati perché dopo l’omicidio non sono intervenuti subito, eppure i nomi dei sospettati erano stati fatti sin dal primo momento. Hanno pulito la scena del delitto con gli idranti, si è lasciato passare tempo, è sparito tutto, anche il telefonino di uno dei due indagati (Roberto Toson, il padre di Mattia, ha dichiarato che il suo cellulare si era rotto mentre faceva alcuni lavori domestici, ndr). Sono ignorante in materia, ma mi chiedo perché hanno aspettato venti giorni per fare le perquisizioni e ancora di più per gli accertamenti che stanno facendo ora. C’è stata una negligenza?». 


Quindi cosa intendete fare? 
«Attraverso i nostri legali ci appelleremo alla Procura generale e al Ministero di Grazia e Giustizia, vogliamo delle risposte sull’andamento delle indagini e ora pretendiamo dei fatti. Per noi le dinamiche dell’omicidio sono chiare. Il delitto è avvenuto in un contesto noto a tutti, i cui protagonisti sono ben conosciuti agli investigatori, lo sanno anche i muri. In contesti più grandi di Alatri, come Roma e Napoli, le cronache più recenti raccontano che questo tipo di omicidi sono stati risolti in pochi giorni. Io credo che delle risposte, oltre che a noi, debbano essere date anche alla comunità. Fino a prova contraria ci sono persone pericolose per l’incolumità pubblica che vanno in giro armate».

 


In questi mesi ha mai incontrato gli indagati per l’omicidio di suo figlio?
«Li ho incrociati qualche volta in auto, ma spero di non incontrarli mai di persona. In tanti però mi dicono che li vedono sempre in giro, anche per feste». 


Come sono le giornate senza Thomas?
«Terribili. La sua assenza è insopportabile, non poter sentire la sua voce, non poter vedere i suoi occhi. Sto malissimo. Credo che non mi riprenderò più, è un dolore che mi porterò fino alla morte, mi hanno distrutto la vita, mi hanno tolto la cosa più importante che avevo. Io sono morta con mio figlio. Adesso niente è più importante per me, sento che non ha più senso vivere, come per ogni mamma che perde il proprio figlio».


In questa disperazione, c’è stato un momento in cui ha visto un po’ di luce? 
«Ho fede in Dio, questa è l’unica cosa che mi aiuta anche se non risolve la mia disperazione, mi manca la sua presenza fisica e questa non me la potrà ridare nessuno. E non potrò mai incominciare a trovare pace fino a quando i suoi assassini non verranno assicurati alla giustizia».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA