Manager arrestato per violenza a Milano, la moglie: «Ha narcotizzato pure me». E spunta l'archivio «degli orrori»

Antonio di Fazio, la moglie del manager arrestato: «Ha narcotizzato pure me». E spunta l'archivio «degli orrori».
Antonio di Fazio, la moglie del manager arrestato: «Ha narcotizzato pure me». E spunta l'archivio «degli orrori».
Venerdì 28 Maggio 2021, 20:20 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 11:48
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«Un racconto lungo e doloroso». È la descrizione che viene data riguardo all'audizione in Procura a Milano, durata diverse ore, dalla mattina fino al tardo pomeriggio, della ex moglie di Antonio Di Fazio, l'imprenditore del settore della farmaceutica arrestato la scorsa settimana con l'accusa di avere narcotizzato e poi stuprato una 21enne, il 26 marzo scorso. La donna è stata sentita al quarto piano del Palazzo di Giustizia negli uffici della procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella, che coordina l'indagine insieme alla pm Alessia Menegazzo.

Da quanto è stato riferito, ha ricostruito, con grande fatica, la sua vita con il marito con cui troncò la relazione ormai quasi dieci anni fa, nel 2012. Una separazione che portò con sé anche strascichi legali, a partire da almeno due denunce per maltrattamenti, poi archiviate, e ora destinate a essere riviste sotto una luce diversa dagli inquirenti e dagli investigatori, da giorni febbrilmente al lavoro sull'inchiesta che vede ormai il manager indagato per almeno tre casi di abusi.

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L'ex moglie avrebbe confermato, a verbale, di essere stata sottoposta a maltrattamenti e a narcotizzazioni, secondo il 'modus operandì già riferito ed evidenziato dalle altre presunte vittime, almeno due oltre alla giovanissima studentessa che con la sua denuncia ha fatto scattare l'arresto dell'uomo dando il via all'inchiesta milanese.

In particolare avrebbe anche lei evidenziato lo «stato di soggezione psicologica» a cui sarebbe stata sottoposta, non solo con minacce ma anche, appunto, con l'uso di benzodiazepine, una classe di farmaci ansiolitici capaci di dare grande stordimento.

Tanto che i pm stanno anche, ad esempio, rivalutando gli atti contenuti nella causa di separazione anche alle luce delle nuove contestazioni. Quello che è emerso finora dall'inchiesta è la personalità dell'uomo, ritenuto dagli inquirenti un manipolatore e affabulatore. L'indagine, in ogni caso, procede a ritmo serrato. I carabinieri del nucleo operativo della compagnia Monforte e del nucleo investigativo, stanno provando a identificare almeno altre due presunte vittime cercando riscontri a quanto ritrovato nei dispositivi di Di Fazio: messaggi, telefonate, whatsapp, ma soprattutto un archivio fotografico definito «degli orrori».

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L'attività proseguirà certamente anche nei prossimi giorni, con l'ascolto di testimoni necessari per aggiungere altri dettagli al caso Di Fazio, su cui si concentrano diverse piste investigative. Ieri per tutta la giornata a Palazzo di Giustizia si sono tenute audizioni e vertici tra carabinieri e magistrati: al lavoro non c'è solo il dipartimento «Fasce deboli della Procura», per il focus principale ovvero gli abusi, ma anche un pm, Pasquale Addesso, che segue il fronte patrimoniale. Starebbe anche collaborando la Dda milanese, per gli accertamenti in particolare sui legami del manager, probabilmente solo millantati allo scopo di minacciare le sue vittime, con personaggi della criminalità organizzata.

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