Era Salvatore Cillari, fratello di un boss ergastolano, il capo di una banda di usurai che prestava soldi a tassi fino al 140%. Criminali che "strozzavano" decine di vittime: imprenditori, professionisti, antiquari e nomi eccellenti dello spettacolo come il conduttore Marco Baldini. Cillari ora è finito in carcere e ai domiciliari suo figlio Gabriele. Quest'ultimo riciclava i soldi sporchi intascati con l'usura investendo in un locale molto famoso nel quartiere Capo, proprio a pochi metri dal palazzo di giustizia di Palermo. Il ristorante, «L'Acerba», è stato sequestrato.
Dell'organizzazione facevano parte anche Matteo Reina e Giovanni Cannatella, anche loro finiti ai domiciliari e Achille Cuccia che ha avuto il divieto di dimora a Palermo. La banda operava tra Palermo e Roma.
Nelle intercettazioni captate dagli investigatori, Baldini è tra gli argomenti degli usurai che al telefono dicono: «Avanza un terremoto di soldi!!! Questo Marco Baldini... questo di Roma... ci deve dare (a Salvatore Cillari, ndr) sessanta e rotti mila euro... ora domenica parte... ci ha telefonato... vedi che sto salendo... ti sto venendo a rompere le corna!!!». Davanti alle giustificazioni del suo interlocutore Cillari taglia corto: «Marco io so solo una cosa... io ti ho fatto solo del bene a te!!!». A giugno del 2018 l'ennesima telefonata: «Sono passati anni, ora basta Marco. Non è giusto che mi posi così perché io me li sono levati dalla bocca... Vedi che io ti ho voluto bene e ti ho rispettato come un fratello Marco... e tu non mi puoi trattare così».