Un delitto irrisolto, potrebbe trovare giustizia dopo ben 27 anni. Il 5 settembre 1995 Genova si svegliò con l'omicidio di Maria Luigia Borrelli, infermiera di 42 anni uccisa con un trapano, in un basso per prostituirsi. Le uniche certezze un trapano insanguinato, un cadavere massacrato di colpi e tre suicidi. Ma il colpevole non è mai stato scoperto. Adesso, dopo così tanti anni, la Procura di Genova ha riaperto il caso, tutto grazie al ricordo di una donna, allora bambina.
La Procura di Genova riapre il fascicolo su Maria Luigia Borrelli, perché è spuntato il ricordo di una donna. «Mia madre, amica e collega della vittima, mi disse che Luigia aveva una relazione con un primario. Subito dopo l'assassinio il professore era arrivato in reparto con vari graffi, tanto che gli hanno chiesto se avesse litigato con il gatto», racconta la donna a Il Secolo XIX. Luigia, all'epoca, di giorno assisteva gli anziani, di notte affittava una camera al 64 di vico degli Indoratori di un'ex prostituta, Adriana. Luigia, dai suoi clienti si fa chiamare Antonella, è vedova e deve saldare i debiti del marito barista passato a miglior vita e finito nelle mani degli usurai. Poi ha i figli da mantenere e i soldi non bastano mai. La mattina del 6 settembre la proprietaria del basso la trova riversa a terra con un trapano verde conficcato in gola. È quello lasciato da un muratore che di giorno ristrutturava il monolocale, Ottavio Salis.
La scena del crimine è fra le più cruente che la pm titolare delle indagini, Patrizia Petruzziello, ricordi.
Ma adesso potrebbe arrivare la giustizia tanto attesa. Le nuove rivelazioni, infatti, fanno luce su quanto accaduto anche se il medico di cui parla la donna è, ormai, morto pure lui. «Lo ricattava per soldi, gli diceva che sarebbe andata dalla moglie a dirle della loro relazione», potrebbe essere il movente racconta la donna. Il killer potrebbe aver usato il trapano per nascondere ferite inferte con un bisturi. Adesso si procederà con la comparazione del Dna repertato con quello del medico defunto e non è escluso che venga chiesta l'esumazione della salma per un nuovo esame approfondito.