Mario Paciolla, i genitori a Treviso con i genitori di Giulio Regeni: «La verità ancora lontana»

Mario Paciolla, i genitori a Treviso con i genitori di Giulio Regeni: «La verità ancora lontana»
di Valentino Di Giacomo e Maria Elena Tonin
Venerdì 21 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 14:58
4 Minuti di Lettura

Il giorno dopo la doccia fredda arrivata dalla Procura di Roma che ha chiesto di archiviare il caso come suicidio, i genitori di Mario Paciolla sono andati ieri sera in provincia di Treviso per incontrare la mamma e il papà di Giulio Regeni. Un incontro pubblico, all'interno del teatro Duse di Asolo, in una serata organizzata già da tempo dall'Anpi, ma che è giunta fatalmente appena il giorno successivo alla decisione dei pm capitolini. Sul palco ha cominciato Anna Motta, la madre di Mario: «Vi voglio parlare di ciò che sto vivendo e - ha esordito la donna - per noi l'archiviazione da parte della Procura di Roma è stata una sorpresa, da questa doccia gelata adesso però vogliamo iniziare a parlare di più e più forte di Mario». Sul palco con i genitori di Mario e Giulio c'era l'avvocato Alessandra Ballerini, legale di entrambe le famiglie, che però non ha voluto sbilanciarsi sulle motivazioni ritirare ieri presso la Procura capitolina e contro le quali ha già annunciato che presenterà ricorso. «Vogliamo studiare prima la grande mole di documenti che abbiamo ricevuto - ha detto l'avvocato - per loro non esistono elementi concreti per dimostrare che Mario sia stato ucciso, ma quando avremo letto e studiato tutto il materiale ci pronunceremo». I genitori di Mario Paciolla, il 33enne cooperante dell'Onu morto in circostanze misteriose in Colombia, dove prestava servizio presso la locale Missione delle Nazioni Unite, sono delusi e provano a contenere dentro di sé, oltre all'immenso dolore, anche la propria rabbia per quest'ultimo pronunciamento della Procura. 

Sentimenti di rabbia e dolore, insieme alla sete di giustizia, che i genitori di Giulio - Paola e Claudio - ben conoscono perché è il calvario che vivono ormai dal lontano febbraio del 2016. Se la mamma e il papà di Regeni devono ancora fare i conti con l'assenza di colpevoli per il proprio figlio torturato e ucciso barbaramente in Egitto, i genitori di Mario devono ora fare i conti con una decisione che appare uno schiaffo alla loro richiesta di giustizia. «Siamo certi - hanno spiegato Anna e Pino Paciolla - che nostro figlio non si è ucciso».

Pino, il papà di Mario, visibilmente scosso e commosso ha detto poche, ma chiare parole. «Chiediamo una verità giusta - ha detto l'uomo - perché per noi questa decisione della Procura è una seconda pugnalata al cuore». E quando il moderatore, Danielle Ferrazza, gli ha chiesto se dopo questa possibilità di archiviazione si sente ancora difeso dalle istituzioni italiane, ha spiegato che preferiva non parlarne e non rispondere. Chiare le parole di Anna, la madre di Mario: «Questa sera - ha detto la donna rivolgendosi al pubblico - siamo qui ad Asolo perché abbiamo bisogno di sostegno civile, abbiamo necessità di una verità credibile per dare onorabilità a questo ragazzo e, con lui, legare la sua storia ai tanti ragazzi che lavorano per la cooperazione e che credono in un mondo migliore». 

 

In attesa delle motivazioni che hanno portato la Procura di Roma a chiedere l'archiviazione del caso Paciolla, bollando la morte del giovane come un suicidio, i genitori si chiedono come sia possibile che Mario potesse togliersi la vita se aveva un volo prenotato per tornare a Napoli cinque giorni dopo la sua morte. A mamma Anna aveva anche chiesto di cucinargli il suo piatto preferito. Ma le anomalie del caso Paciolla non sono sicuramente soltanto queste. A San Vicente del Caguàn, quel 15 luglio del 2020, intervennero immediatamente due funzionari colombiani dell'Onu, il responsabile locale della sicurezza ed ex membro dell'esercito Christian Thompson, ed il suo capo, Juan Vàsquez. Entrati nell'abitazione, i due si preoccuparono, per ragioni imprescrutabili, di prelevare in tutta fretta oggetti appartenuti a Paciolla e di ripulire la stanza, lavando con candeggina il pavimento. Inoltre, in presenza di quattro agenti di polizia che assistettero passivamente al loro operato, Thompson e Vàsquez prelevarono un materasso e alcuni utensili, macchiati di sangue, gettandoli in una discarica. L'ultima volta che i genitori di Giulio Regeni e quelli di Mario si sono incontrati fu a Napoli nel secondo anniversario della morte di Paciolla. Qui l'avvocato Alessandra Ballerini annunciò di aver denunciato alle autorità colombiane sia i due funzionari dell'Onu che ripulirono l'appartamento che i quattro poliziotti che consentirono l'anomalo accesso sulla scena. Nei prossimi giorni - lette le motivazioni della Procura - l'avvocato Ballerini presenterà la propria opposizione al Gip di Roma, avversa alla decisione dei pm. Bisognerà capire se le motivazioni depositate sono riuscite a disvelare i tanti misteri sul caso di Mario. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA