Marmolada, Walter Cainelli, presidente Soccorso alpino: «Quei poveri corpi in un tritacarne di roccia e ghiaccio»

Walter Cainelli
Walter Cainelli
Martedì 5 Luglio 2022, 10:28 - Ultimo agg. 19:55
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Marmolada, il presidente presidente del Soccorso alpino Trentino, Walter Cainelli misura le parole, l'orrore che ha visto è terribile: «Pensate alla pressione con cui scendono dei blocchi ghiacciati e alla loro dimensione. Gli escursionisti sono entrati in un tritacarne. Col mio cane ho trovato resti umani».

Un fiume di ghiaccio

«Un fiume di ghiaccio, sassi e rocce» che non hanno lasciato scampo e che «rende difficile ora operare in sicurezza». Cainelli è stato tra i primi ad arrivare domenica sulla Marmolada per un allarme rubricato inizialmente come "valanga" ma la neve può creare bolle d'aria, può permettere di alimentare qualche speranza.

Con rocce, detrici morenici e blocchi di ghiacchio, invece, nessuna speranza di sopravvivenza e ben poche speranze anche di trovare le salme. 

«Abbiamo recuperato subito morti e feriti in superficie, poi abbiamo perlustrato la zona anche con  sette cani e una sorta di sonar che riesce a captare gli strumenti elettronici che rimandano segnali (i cellulari) anche se sepolti. Alcune delle vittime erano in cordata ma seguendo la corda abbiamo anche recuperato chi era più in basso ed è stato travolto dagli escursionisti. Solo quando è stato attivato il numero per segnalare i dispersi abbiamo davvero capito quale potrebbe essere la cifra definitiva di vittime. Sarà difficile recuperarle perché farlo mette in pericolo i soccorritori; l'unico modo è sorvolare l'area con dei droni e con gli elicotteri calarsi dall'alto e tentare il recupero dei resti».

Le ricerche da parte di squadre sono molto pericolose visto che un blocco alto più di un palazzo è rimasto 'sospeso' e rischia il crollo. «Mi spiace dire ai parenti dei dispersi che forse non potremmo recuperare i loro cari», ma è un rischio che vale solo nel tentativo di salvare vite.  Cainelli diffida poi da chi sui social si finge un esperto. «Stiamo parlando di un ghiacciaio sommitale e una cosa del genere era imprevedibile. Non ho memoria di una tragedia simile sull'arco alpino», conclude.

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