Aggredì Marta a coltellate senza motivo: il 15enne condannato è già libero. «Vive all'estero con la mamma»

Accoltellò Marta a coltellate senza motivo: il 15enne condannato è già libero. «Vive all'estero con la mamma»
​Accoltellò Marta a coltellate senza motivo: il 15enne condannato è già libero. «Vive all'estero con la mamma»
Giovedì 4 Agosto 2022, 10:29 - Ultimo agg. 18:13
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La storia di Marta Novello, studentessa di 26 anni aggredita a coltellate senza motivo mentre faceva jogging, fece il giro d'Italia: accadde il 22 marzo del 2021, in un viottolo di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso. Ad aggredirla, e a colpirla ben 23 volte, riducendola in fin di vita, fu un ragazzino di 15 anni, che adesso è già libero e si trova a Londra con la madre, nonostante la condanna a 6 anni e otto mesi per tentato omicidio, poi scesi a cinque anni in appello. Il quindicenne confessò di aver scelto la vittima «a caso»: ora una serie di circostanze, riporta il Corriere del Veneto, gli avrebbero permesso di allontanarsi dall'Italia.

Marta accoltellata mentre fa jogging, l'aggressore 15enne condannato per tentato omicidio

A causa di un pasticcio giudiziario, il ragazzino qualche giorno fa è stato scarcerato a Napoli per scadenza il 21 luglio dei termini per la custodia cautelare.

Il pm ha chiesto e ottenuto che il giudice per i minorenni, pur facendolo uscire di cella, ne disponesse l'immediato traferimento in una comunità. Ma perchè abbia valore e sia eseguito, un ordine va comunicato in anticipo al suo destinatario. E qui, secondo quanto ricostruito dal legale di Marta, Alberto Barbaro, sarebbe accaduto il disguido. Il provvedimento non sarebbe stato notificato al ragazzino perchè sarebbe stata erroneamente indicata la data del 20 settembre, anzichè il 20 luglio, come termine ultimo per la comunicazione.

Del minorenne si è persa ogni traccia: voci insistenti lo danno a Londra con la madre che lì lavora come cuoca. Il suo allontanamento, viene precisato, è legale, con i termini di custodia scaduti e in assenza di un ordine del giudice. «A pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta - dice Barbaro - come l'ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l'aggressore affinchè sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?». 

Marta Novello

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