Massa Carrara, vantaggi coop in cambio di assunzioni: arresti per corruzione, c'è anche sindaco Lunigiana

Massa Carrara, vantaggi coop in cambio di assunzioni: arresti per corruzione, c'è anche sindaco Lunigiana
Massa Carrara, vantaggi coop in cambio di assunzioni: arresti per corruzione, c'è anche sindaco Lunigiana
Lunedì 7 Dicembre 2020, 14:13 - Ultimo agg. 16:24
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Avrebbero lucrato con la gestione di strutture protette per minori e case di accoglienza per famiglie disagiate, presenti soprattutto in Lunigiana, creando allo stesso tempo un «sistema corruttivo» che prevedeva «la metodica assunzione di parenti e amici di funzionari pubblici, tra cui quelli addetti al controllo del settore», per eludere le ispezioni. È quanto ha accertato l'operazione denominata «Accoglienza» della Procura di Massa, coordinata dal pubblico ministero Alessia Iacopini, che oggi ha portato all'esecuzione, da parte dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Massa, di decine di perquisizioni e otto misure cautelari degli arresti domiciliari per i reati di corruzione e di traffico di influenze illecite. Sono stati arrestati: Paola Giusti, responsabile del Centro Affidi dei Servizi Sociali per il Comune di Massa; Rosanna Vallelonga, responsabile della Commissione Multidisciplinare della Asl Distretto della Lunigiana e direttore della Società della Salute della Lunigiana; Filippo Abramo Bellesi, sindaco del Comune di Villafranca in Lunigiana (Ms); Mauro Marcelli, all'epoca dei fatti dipendente pubblico responsabile dell'Ufficio Suap unificato per i Comuni della Lunigiana; Rosa Russo, all'epoca dei fatti giudice onorario presso il Tribunale per i Minori di Firenze; Alessio Zoppi, Enrico Benassi, Tamara Pucciarelli, dirigenti della cooperativa Serinper.

Nell'inchiesta risultano indagati, tra gli altri, Marino Petracci, consigliere comunale di Montignoso (Ms), e il sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti. Dalle indagini è emerso un collaudato sistema posto in essere dai dirigenti della cooperativa Serinper, società che gestisce un elevato numero di strutture protette per l'accoglienza di minori e nuclei familiari disagiati, basato «sulla metodica assunzione di parenti e amici di funzionari pubblici, tra cui quelli addetti al controllo del settore, e di coloro che, per qualche ragione, erano reputati utili alla causa». «Siffatto sistema corruttivo, oltre a creare una commistione tra controllore e controllato», spiegano gli investigatori, ha permesso ai dirigenti della Serinper di ottenere «innumerevoli vantaggi, quali l'accumulo di ingenti profitti economici massimizzati dall'inserimento di utenti all'interno delle strutture in numero notevolmente superiore a quello consentito per legge, e dalla sistematica elusione dell'osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con i vari enti della pubblica amministrazione». 

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Sono emerse, sulla base delle indagini, «gravissime violazioni degli standard minimi richiesti, consistenti, ad esempio, nel somministrare agli utenti - anche minori - cibo di scarsa qualità e in quantità insufficienti, nel non garantire condizioni igienico-sanitarie adeguate e assistenza di personale qualificato, nel far dormire i minori in giacigli di fortuna, nonché nel vessarli con continue minacce e sottoporli a manovre di costrizione fisica denominati contenimento. Il tutto, approfittando, da un lato, del fatto che i soggetti preposti al controllo erano stati corrotti dai gestori con assunzioni 'di comodò, e, dall'altro, della situazione di debolezza degli utenti, impossibilitati a ribellarsi ed esplicitamente minacciati, nel caso avessero denunciato queste gravissime condotte, di ritorsioni».

In base al meccanismo accertato, le società controllare dagli investigatori hanno visto «negli anni moltiplicarsi il proprio volume di affari ed i relativi introiti costituiti integralmente dal pagamento di rette direttamente da parte di Enti pubblici. Più in particolare, la cooperativa Serinper, che nell'anno 2011 aveva dichiarato redditi per circa 200 mila euro ha, nell'anno 2017, portato i propri ricavi a 2.740.000,00, aumentandoli così di circa tredici volte». Il gip del Tribunale di Massa, Marta Baldasseroni, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di otto persone per i reati di corruzione e di traffico di influenze illecite.

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Paola Giusti, quale responsabile del Centro Affidi dei Servizi Sociali per il Comune di Massa, e quindi persona «preposta ad interfacciarsi con gli assistenti sociali individuati dalla legge come responsabili del collocamento di minori (accompagnati e non) disagiati all'interno di strutture di accoglienza», è stata sottoposta agli arresti domiciliari in quanto accusata di avere, in cambio di assunzioni di familiari, assegnato, o fatto assegnare, i «pazienti disagiati» presso le case di accoglienza riconducibili al gruppo Serinper gestito da Alessio Zoppi, Enrico Benassi e Tamara Pucciarelli, anziché presso altre strutture aventi pari requisiti, «violando, così, i doveri del proprio ufficio, particolarmente quello di imparzialità, con il danneggiare così altre società concorrenti di Serinper, e quello di segretezza, con l'avvisare i dirigenti in occasione dei controlli da parte delle forze di polizia, di commissioni di vigilanza, ovvero di sopralluoghi ispettivi presso le diverse strutture, e ciò all'ovvio scopo di occultare gravi violazioni alle normative di settore». Rosanna Vallelonga, responsabile della Commissione Multidisciplinare della Asl Distretto della Lunigiana nonché direttore della Società della Salute della Lunigiana, è stata sottoposta agli arresti domiciliari in quanto accusata di avere, in cambio di assunzioni di persone da lei segnalate, consegnato a Alessio Zoppi documentazione d'ufficio riservata, tra cui alcuni verbali utili alla Serinper a conoscere le situazioni economiche e giuridiche gravanti sull'immobile della comunità Casa di Bastian di cui la Serinper aveva intenzione di acquisire la proprietà e la gestione (circostanza questa poi effettivamente perfezionatasi il successivo 31 gennaio 2019). Vallelonga inoltre è accusata di avere, inoltre e d'accordo con i gestori, omesso di programmare i dovuti sopralluoghi ispettivi presso le comunità socio-educative 'Numeri Primì di Aulla e 'Casa di Bastian' di Villafranca in Lunigiana, entrambe facenti parte cooperativa Serinper. Filippo Abramo Bellesi, sindaco del Comune di Villafranca in Lunigiana, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in quanto accusato «di avere concesso, in cambio di assunzioni di persone da lui segnalate, alla cooperativa Serinper, una autorizzazione in deroga ad operare nella struttura Casa di Bastian, Centro Di Giustizia Minorile sito nel comune di Villafranca in Lunigiana, nonostante personale del Comune e della Commissione di Vigilanza della Asl avessero già segnalato gravi carenze strutturali dell'edificio; di avere, poi, omesso di revocare le autorizzazioni al funzionamento e accreditamento e di disporre immediatamente la chiusura dell'immobile e delle relative attività, anche in considerazione dell'assenza dei requisiti richiesti dal regolamento d'igiene, e ciò pur avendo conoscenza delle gravi carenze strutturali dell'immobile in cui operava la comunità Casa di Bastian gestita dalla Serinper».

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Mauro Marcelli, all'epoca dei fatti dipendente pubblico responsabile dell'Ufficio Suap unificato per i Comuni della Lunigiana, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in quanto accusato di avere, in cambio di assunzioni di più persone «informato Alessio Zoppi, Tamara Pucciarelli e Enrico Benassi di imminente attività ispettiva presso le strutture Serinper lunigianesi; di avere concesso la modifica dell'autorizzazione al funzionamento comunità socio-educativa 'Numeri Primì di Aulla, così come richiesto dai dirigenti Serinper, allargando la platea dei soggetti autorizzati ad essere ospitati; di avere autorizzato l'attività della comunità 'Numeri Complessì di Aulla, così ulteriormente consentendo al gruppo Serinper di espandersi sul territorio; di avere indebitamente rifiutato irrogare alla Serinper le sanzioni amministrative conseguenti ad un controllo eseguito dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro». Rosa Russo, all'epoca dei fatti giudice onorario presso il Tribunale per i Minori di Firenze, è stata sottoposta agli arresti domiciliari in quanto accusata di corruzione «per avere, in cambio di assunzioni e altri favori chiesti per i propri familiari violato in modo sistematico e continuativo i doveri del proprio ufficio riferendo ai dirigenti della Serinper l'esistenza nei loro confronti di attività investigative o comunque di denunce di natura penale; disatteso l'obbligo di inoltrare comunicazioni di notizie di reato a loro carico in relazione a fatti da lei appresi nell'ambito dell'attività di ufficio; omesso di segnalare al competente Tribunale per i Minori gravi irregolarità a carico della Serinper di cui aveva avuto notizia diretta. Alessio Zoppi, Enrico Benassi, Tamara Pucciarelli, dirigenti della Serinper, sono stati infine sottoposti agli arresti domiciliari in quanto accusati di essersi resi responsabili dei reati di corruzione e di traffico di influenze illecite. Con riferimento al reato di traffico di influenze illecite, Zoppi, Benassi e Pucciarelli sono accusati di avere ottenuto da Stefano Benedetti, presidente del Consiglio comunale di Massa e sottoposto ad indagini per il medesimo reato, un appoggio politico alla cooperativa Serinper, sempre in cambio dell'assunzione di persone segnalate dallo stesso Benedetti. In particolare, per avere ottenuto che lesponente politico si attivasse allo scopo di rimproverare la dottoressa Nadia Bellè, dirigente del Comune di Montignoso, »sollecitandone l'operato al fine di consentire alla cooperativa Serinper l'apertura di una ulteriore struttura di Montignoso; altresì per rimproverare al dottore Massimo Tognocchi, dirigente del Comune di Massa, di aver, a suo giudizio indebitamente, sindacato in ordine alle attività compiute dalla cooperativa Serinper nelle strutture lunigianesi; infine, per organizzare, su richiesta di Benassi, incontri tra i gestori della cooperativa Serinper e il sindaco di Massa«, quest'ultimo estraneo alle indagini.

Risulta, invece, indagato a piede libero Marino Petracci, consigliere comunale di Montignoso, accusato di essersi adoperato in favore di Zoppi, Benassi e Pucciarelli «in vista dell'apertura di una nuova struttura nel Comune di Montignoso in relazione a contestazioni mosse dalla Regione Toscana causate dal numero troppo elevato di strutture concentrate in una limitata area geografica; altresì, per fare indebite pressioni su Nadia Bellè, responsabile dei servizi sociali del Comune di Montignoso, in riferimento alla concessione dell'accreditamento per la struttura Serinper di via Traversa; tutto questo in cambio della assunzione della moglie in Serinper». In ragione di ciò, i dirigenti della Serinper e Marino Petracci sono indagati per il reato di traffico di influenze illecite. Il gip presso il Tribunale di Massa ha ravvisato nelle condotte degli indagati il pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio, evidenziandosi che la cooperativa Serinper ha «anche goduto dell'appoggio del sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti, il quale, avendo avuto notizia che in una delle strutture nel comune di Montignoso era stato commesso un grave abuso edilizio, ha ritardato i doverosi accertamenti del caso, informando invece i dirigenti della Serinper della circostanza ed invitandoli a rimuovere l'abuso prima di disporre i controlli da parte dei vigili urbani». In relazione a tale accusa, Lorenzetti è attualmente indagato da parte della Procura della Repubblica di Massa per i reati di omessa denuncia, favoreggiamento, abuso in atti d'ufficio ed omissione di atti d'ufficio.

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