Caso Yara, la lettera di Bossetti: «I pm mi impediscono di difendermi. Quel Dna non è mio, i miei figli hanno bisogno di un padre»

Caso Yara, la lettera di Bossetti: «I pm mi impediscono di difendermi. Quel Dna non è mio, i miei figli hanno bisogno di un padre»
Lunedì 9 Dicembre 2019, 09:06 - Ultimo agg. 10 Dicembre, 10:11
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«Le chiedo gentilmente di non tralasciar nulla di quanto continuo a dover subire dalla giustizia italiana. Com'è possibile che venga trasmessa alla mia difesa l'autorizzazione da parte della Corte, successiva all'istanza depositata dall'avvocato Salvagni qualche giorno fa, di poter accedere ai reperti, ad indagare sui reperti di Dna ancora disponibili, e ad esaminarli con i miei consulenti; conservandoli per i futuri esami. E dopo 48 ore la procura di Bergamo mi nega di fare ulteriori accertamenti e le dovute indagini sui reperti consentiti, non solo nel fare una 'ricognizione' senza poterci mettere mano». Lo scrive in una lettera a Vittorio Feltri, direttore del quotidiano Libero, Massimo Bossetti che sta scontando l'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio.
 
 

«Scandaloso tutto questo!! Io mi chiedo, come posso difendermi nel provare la mia estraneità, se non mi permettono di difendermi a dovere indagando sui reperti nell'accertare l'assoluta granitica certezza, che quel Dna non mi appartiene. - continua Bossetti - Per favore Dott.
Feltri, mi aiuti nel gridare facendosi sentire quanto d'inumano continuo a dover subire, e per quanto tutti noi cittadini "purtroppo" restiamo nelle loro mani. I miei figli soffrono e hanno bisogno del loro padre».
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