Massimo D’Alema indagato a Napoli, nel fascicolo gli audit di Fincantieri e Leonardo

Spunta una tangente da 80 milioni di euro, da dividere in parti eguali agli italiani e ai colombiani

L'ex amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo e l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema
L'ex amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo e l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Giovedì 8 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:00
3 Minuti di Lettura

Non gli hanno sequestrato il cellulare, ma - dato il rapporto di rispetto reciproco - è stata effettuata una copia del contenuto remoto degli smartphone. Parte da qui l'inchiesta che vede coinvolti l'ex ministro degli esteri Massimo D'Alema, il manager di Leonardo Alessandro Profumo e l'ex direttore generale di Fincantieri Giuseppe Giordo. Screening su mail, chat, archivi, per verificare quanto regge l'ipotesi che tiene in piedi l'inchiesta napoletana su un presunto caso di corruzione internazionale aggravata sull'asse Roma-Bogotà. Come è noto, le indagini puntano a verificare se fosse stata approntata una tangente da 80 milioni di euro, da dividere in parti eguali - agli italiani e ai colombiani - nell'ambito della compravendita di navi, aerei, sommergibili. Apparati bellici costruiti in Italia, destinati al mercato colombiano, con la mediazione di uno studio di Miami che sarebbe stato indicato dall'ex ministro degli Esteri ed ex premier D'Alema. E non è l'unico spunto su cui sono in corso le indagini. Agli atti anche lo stralcio di una videochat pubblicata mesi fa dal quotidiano La Verità, uno stralcio di una call che è stato acquisito ieri dalla Digos napoletana guidata dal primo dirigente Antonio Bocelli, sotto il coordinamento dei pm Pavia, Piscitelli e dell'aggiunto Milita. E c'è dell'altro. Si lavora anche sugli audit interni, prodotti in questi mesi da Leonardo e Fincantieri, quando avevano cominciato a circolare le notizie legate al caso della compravendita tra Italia e Colombia. 

Non una, dunque, ma tre indagini si sono occupate dell'affaire internazionale. L'accertamento svolto da Fincantieri ha prodotto come effetto l'allontanamento del direttore della divisione navi militari mentre a Leonardo non ci sono state rimozioni formali ma alcune funzioni apicali sono comunque state sostituite. L'audit interno dell'azienda, secondo quanto si apprende, non avrebbe rilevato elementi penalmente rilevanti ma avrebbe infatti fatto emergere alcune criticità dal punto di vista procedurale. Un esito, quello dell'audit, che sarebbe stato inviato mesi fa alla Procura partenopea. Fatto sta che in queste ore, la Digos ha acquisito per lo più materiale informatico e sarà ora l'analisi di quei dati raccolti da computer e altri dispositivi a fornire eventuali indizi sulla presunta maxi mazzetta da 80 milioni di euro (40 milioni per ciascuna delle due commesse) che, secondo gli investigatori, si sarebbero dovuti suddividere le cosiddette componenti l'associazione quella italiana (composta da otto persone) e quella colombiani che vedrebbe coinvolti Edgardo Fierro Flores (capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia), Marta Lucia Ramirez (ex ministro degli esteri e vicepresidente della Colombia), German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto (entrambi delegati della seconda commissione del Senato della Colombia) e anche altri in corso di identificazione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA