Matias ucciso dal padre, la mamma: «Dolore devastante, non tornerò in quella casa»

Matias ucciso dal padre, la mamma: «Dolore devastante, non tornerò in quella casa»
di Giorgio Renzetti
Domenica 28 Novembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 16:05
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«Non metterò mai più piede in quella casa, non voglio più entrarci». La mamma di Matias, il bambino di 10 anni ucciso dal padre lo scorso 16 novembre a Vetralla (Viterbo), parla con un filo di voce. Da quel giorno, chiusa in un dolore senza fine, trova parole solo per dire che quell'ondata di affetto e solidarietà (con l'apertura di una campagna di donazioni), scattata subito tra i cittadini del suo paese, è arrivata a destinazione.

Marjola Rapaj, 32 anni, giunta in Italia dall'Albania nel 2005, è ora nell'abitazione della sorella Marcela.

Da quel giorno, quando tornò a casa dal lavoro a Cura di Vetralla, e scoprì il figlio senza vita, con il compagno Mirko Tomkow (44 anni, polacco) privo di conoscenza in un'altra stanza, è stata prima ricoverata all'ospedale di Viterbo, e adesso è circondata da attenzioni e affetto. 

Marjola, come sta?
«Sono stata dimessa dopo alcuni giorni di cure, anche da parte di un team di psicologi della Asl, ogni giorno mi accolgono in una casa protetta (un convento di suore) dove sono seguita dai servizi di assistenza del Comune». 

Cosa si sente di dire a quelli, tantissimi, che subito dopo il fatto, nel giorno del funerale, hanno voluto dimostrarle vicinanza?
«Io, in questo momento di grande dolore non sono in grado di poter spiegare quello che sto provando».

Una tragedia immensa...
«Esatto, è proprio così: non credo che ci siano parole per dirlo, per farlo capire».

È riuscita in questi giorni a sentire la vicinanza delle persone.
«Sì, li ringrazio. Un'altra cosa che voglio dire, è ringraziare anche tutti quelli che stanno aiutando me e la mia famiglia, con il loro affetto e il loro supporto, in questo momento».

Tanti bambini delle scuole vicine hanno lasciato messaggi di ricordo per Matias.
«In particolare voglio ringraziare le suore Benedettine che ci hanno subito offerto aiuto».

Ci sarà bisogno di tanta forza per affrontare i prossimi giorni.
«C'è chi ci sta aiutando già adesso. Stanno facendo molto il sindaco Aquilani, che ci è stato molto vicino, e l'amico Maurizio Farnese per la sua vicinanza e la sua disponibilità».

Il futuro senza Matias è quello che la spaventa di più?
«Sì... il dolore è devastante. Non tornerò più in quella casa, non voglio più entrarci. Non riesco a pensare a cosa sia potuto succedere quel giorno terribile lì dentro». 

Vetralla accanto alla famiglia

Intanto il piccolo borgo fa quadrato intorno alla famiglia: «Noi stiamo facendo tutto quello che ci è consentito - spiega Sandrino Aquilani, sindaco di Vetralla - per aiutare lei e i suoi familiari. Dopo i primi giorni di grande commozione e di vicinanza della nostra cittadinanza, con l'apertura del conto corrente per le donazioni abbiamo ricevuto molte richieste di informazioni. Sono molti a non voler lasciare sola la mamma».

La casa dell'orrore in Strada Luzi a Cura, quella in cui avevano vissuto negli ultimi anni i tre, era stata acquistata da poco. Acquisto possibile grazie a un mutuo accordato dalla banca. Doveva essere un investimento sul futuro. Finito in frantumi quando Tomkow, operaio edile, tornato a Cura dopo settimane di isolamento in un Covid hotel a Roma, ha perso la testa fino a uccidere il figlio. Con una coltellata alla gola. Mirko, il suo compagno, dallo scorso settembre non poteva vederli: un divieto di avvicinamento richiesto dalla Procura viterbese, dopo le indagini dei carabinieri di Vetralla su maltrattamenti e minacce alla compagna (che non lo aveva voluto denunciare), glielo impediva. Ora Marjola è con la sorella maggiore Marcela e il marito Ubaldo, che la domenica successiva all'omicidio era piombato in ospedale con un coltello cercando il cognato Mirko. «Ho fatto una cavolata», aveva detto poi: gesto dettato più dalla disperazione che dalla vendetta.

Il conto che è stato aperto dal Comune di Vetralla per poter dare un aiuto alla famiglia Rapaj ha questo coordinate: Iban IT36T0893173350000040019756 su Banca Lazio Nord (causale - Raccolti fondi).

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