Arriva la bozza tanto attesa del nuovo decreto firmato Draghi sulle riaperture, l’Italia si prepara a ripartire: del comparto degli eventi e dei matrimoni non c’è traccia neanche in zona gialla. “Il Decreto Riaperture penalizza i matrimoni e gli eventi privati e aziendali, a prescindere dall'indice di contagio regionale, dimenticandosi ancora una volta di una fetta importante delle imprese del nostro Paese. Le aziende del settore degli eventi non possono contare su una data certa di riapertura che permetterebbe loro di ricominciare a sperare in una futura normalità. Anzi, queste realtà non sono state proprio citate nel decreto. L’attenzione del governo continua ad essere spostata su settori, come la ristorazione, che comunque aggregano persone e in alcuni casi senza i rigidi protocolli a cui il settore degli eventi è già stato abituato. Una disparità ancora una volta inspiegabile che gli addetti ai lavori non riescono più a giustificare: «Quale è la differenza tra un pranzo al ristorante ed un banchetto di nozze? - si chiede Adriano Ceccotti presidente di FEU l'associazione a difesa di tutta la filiera degli eventi - Quale tra un meeting di 200 persone ed una proiezione cinematografica dello stesso numero di partecipanti?» . Le imprese del settore non ci stanno più e le associazioni di categoria lunedì 26 aprile scenderanno in piazza. Le richieste: ripartenza immediata e ristori adeguati. Sposi e addetti ai lavori vogliono risposte.
Siamo stanchi di promesse mai mantenute. ORA BASTA! INCONTRO URGENTE O FINE DEL DIALOGO! Arrivati a questo punto gli associati sono disposti a tutto poiché non hanno nulla da perdere! https://t.co/QVYRoQHGVd @nzingaretti @GiorgiaMeloni @GiuseppeConteIT @matteosalvinimi
— FEU Filiera Eventi Unita (@FEUitalia) March 6, 2021
La manifestazione
Questo il manifesto che gli operatori economici del settore wedding and events, unici dimenticati dal decreto riaperture pubblicato ieri sera in Gazzetta ufficiale illustreranno lunedì prossimo dalle 11 in dodici piazze d’Italia (Milano, Torino, Trieste, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Campobasso, Bari, Palermo, Cagliari) in altrettanti flash mob organizzati da Unanime, la confederazione che raccoglie 15 associazioni del comparto, in collaborazione con Federmep, Assoeventi e FEU.
Le incongruenze della road map
La road map del calendario delle riaperture presentata dal presidente Draghi e approvata in Consiglio dei Ministri scatena la rabbia dei professionisti del settore degli eventi. Il comparto, che ha un impatto diretto sul Pil nazionale del 2,5% e che dà lavoro a oltre 570.000 persone, si trova quindi ancora una volta fermo: spettatore incredulo della ripartenza di altri settori che come il loro creano aggregazione. Non si spiega come eventi privati, aziendali e matrimoni restino ancora oggi costretti a rimanere in attesa, nonostante svolgano attività equiparabili a quelle di ristoranti, teatri e cinema che dal 26 aprile ripartiranno. Una disuguaglianza dalle conseguenze gravissime che allontana sempre di più la possibilità di ricominciare a lavorare a un settore fermo da oltre un anno. Gli eventi garantiscono un controllo assoluto degli ospiti, a partire dalla fase di preparazione fino alla conclusione. Tracciabilità degli invitati, spazi esterni ampiamente disponibili ed interni adattabili ai distanziamenti dati dai protocolli sicurezza, misurazione temperatura in loco, uso di dispositivi di protezione ed igienizzazione, assegnazione controllata dei posti a tavola. Elementi che garantirebbero il rispetto del contenimento del virus come richiesti per le categorie pronte a ripartire. «L’event industry si conferma ancora una volta il fantasma del governo. Tutto ciò - per gli addetti - non è più accettabile».
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