L'articolo in questione si riferisce allo "stile personale" che deve essere mantenuto all'interno della scuola e precisa che "per la frequenza è richiesto un abbigliamento consono ed adeguato" e "non è consentito il possesso di piercing, orecchini, acconciature di pettinature che non garantiscano l'assoluta igiene personale e la salvaguardia di ambienti salubri".
Questa mattina, però, alcuni ragazzi però si sono rifiutati di togliere il 'superfluò. "Li ho controllati personalmente - spiega la preside - su 600 studenti, due non sono entrati, altri due, in seguito al confronto con i genitori da me contatti, hanno cambiato idea varcando la soglia della classe, mentre in un caso, vista l'opposizione dello studente e dinanzi al non riconoscimento della mia autorità, sono stata costretta a chiamare i Carabinieri, i quali hanno spiegato al ragazzo che i regolamenti vanno rispettati«. I
ll caso è appunto quello di Mattia, spalleggiato con convinzione dal padre: "Ci troviamo di fronte ad un regolamento fuori dai tempi che discrimina i ragazzi", attacca Antonio Carbini, 53 anni, agente di viaggio di Olbia. "Per mio figlio è diventata una questione di principio, tanto che ha deciso di ritirarsi da scuola e di opporsi a un regolamento che impedisce agli studenti di esprimersi come meglio credono.
Anche perchè, che esempio danno i professori che portano l'orecchino? È giusto affermare che il regolamento vale solo per i ragazzi?", si chiede Carbini senior annunciando che intende accompagnare Mattia nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia contro la preside, rea - a loro dire ma la dirigente smentisce - di aver strattonato il ragazzo per impedirgli di entrare a scuola.