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Messina Denaro, caccia all'amante: la convivenza nel covo. «È una donna della zona»

Dai vestiti ritrovati nel covo si cerca di ricostruire l’identità della compagna

Messina Denaro, caccia all'amante: la convivenza nel covo. «È una donna della zona»
Messina Denaro, caccia all'amante: la convivenza nel covo. «È una donna della zona»
di Riccardo Lo Verso
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 24 Gennaio 2023, 00:09 - Ultimo agg. : 18:12
4 Minuti di Lettura

C’è un mistero nel mistero della latitanza di Matteo Messina Denaro. Ed è legato, ancora una volta, ad una figura femminile. Un tempo, così si raccontava nel limbo dove le indagini hanno alimentano l’epopea criminale del padrino corleonese, al suo fianco c’erano spesso donne bellissime. Ora le tracce sono più concrete. E sono tracce di vita quotidiana. Nel covo di via Cb31, a Campobello di Mazara, sono stati trovati vari indumenti femminili ed altri effetti personali. Non sarebbero abiti dimenticati da qualcuno che nella casa rifugio era di passaggio per poche ore. Vi andava spesso e forse parlare di convivenza potrebbe non essere un azzardo. Il latitante di donne ne ha frequentato diverse durante la latitanza trascorsa in terra trapanese. Ad alcune scriveva persino pensieri d’amore e affidava riflessioni esistenziali, lui che aveva la passione per le letture filosofiche. Con una si sarebbe spinto oltre il muro della prudenza, specie nell’ultimo periodo coinciso con l’inizio della malattia grave che lo ha colpito. 

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L’IDENTITÀ DA TROVARE

Chi è la donna del mistero? Sarebbe una donna del luogo, di Campobello di Mazara o di un paese vicino. A lei si potrebbe arrivare attraverso i telefonini che sono stati sequestrati al latitante al momento dell’arresto. I vestiti in casa sono la spia di un rapporto che andava oltre gli incontri occasionali. Ci sono voci, non confermate ma neppure smentite fino in fondo, di una figura femminile presente nella fase in cui Messina Denaro ha abitato in via San Giovanni. Vi ha vissuto prima di trasferirsi nel suo ultimo rifugio di via CB 31. La casa oggi è vuota e in vendita. All’immobile gli investigatori sono arrivati parlando con il traslocatore che ha trasportato mobili ed effetti personali nella seconda casa. Una decina di anni fa, intercettando i parenti più stretti, si arrivò a ipotizzare che Messina Denaro avesse avuto un secondo figlio, oltre a Lorenza che ha preso il cognome dalla madre, Franca Alagna. Una ragazza che il capomafia non ha mai visto. Una situazione di cui si doleva nel carteggio con Tonino Vaccarino, l’ex sindaco di Castelvetrano, assoldato dai servizi segreti per stanare il latitante. Si firmavano Alessio e Svetonio.

 

I RAPPORTI SEGRETI

Nella sua vita ci sono state altre donne. Come Sonia dalla quale, all’inizio della sua latitanza, prima di scomparire nel nulla, si congedò con un “pizzino” d’amore: «Non voglio nemmeno pensare di coinvolgerti in questo labirinto da cui non so come uscirò per il semplice fatto che non so come e quando ci sono entrato. Non pensare più a me, non ne vale la pena...». Come Maria Mesi, che Messina Denaro incontrò nel 1998 in un nido di amore ad Aspra, nel Palermitano. Seguendola gli investigatori scoprirono un covo in Milwaukee. La loro presenza era evidente, solo quella però. Erano già andati via. Come l’austriaca Andrea Haslener, sua fidanzata all’inizio degli anni Novanta. Faceva la receptionist all’hotel Paradise Beach di Castelvetrano. Piaceva anche al direttore della struttura, Nicola Consales, che pagò con la vita il suo inconsapevole sgarbo al latitante. Uno dei due uomini era di troppo.

Messina Denaro, l'arresto di Bonafede - Video

LE TRACCE

Di altre figure femminili sono rimaste agli atti le suggestive immagini contenute nelle informative. Ad esempio la donna, che non parlava italiano, dalla pelle scura, bellissima, che accompagnava il latitante mentre scendeva dalla scaletta di un aereo che li condusse in Venezuela, all’inizio degli anni Novanta, dopo avere fatto tappa ad Amsterdam e Parigi. La storia più recente, prima degli sviluppi investigativi che seguono l’arresto del latitante, affondava nel torbido dei ricatti sessuali. Nel 2007 scomparvero, inghiottiti dalla lupara bianca, gli imprenditori palermitani Antonio e Stefano Maiorana. Venne fuori l’ipotesi che Karina Andrè, ex compagna di Antonio Maiorana, avesse addirittura una relazione con il latitante. Ne parlarono un paio di testimoni a cui la donna avrebbe confidato in maniera vaga di un boss potentissimo della zona di Trapani. Dalla donna solo secche smentite, ma i testimoni addirittura svennero mentre riferivano il retroscena ai pubblici ministeri. Ora dal covo di Campobello saltano fuori gli abiti di una donna. Il mistero è servito.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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