Michele Merlo, saccheggiata la tomba del cantante. La madre: «Portati via regali e un anello, gesto ignobile»

Un dolore che va ad aggiungersi a una storia tragica per cui la famiglia sta ancora cercando di ottenere giustizia e verità in tribunale

Michele Merlo, saccheggiata la tomba del cantante. La madre: «Portati via regali e un anello, gesto ignobile»
Michele Merlo, saccheggiata la tomba del cantante. La madre: «Portati via regali e un anello, gesto ignobile»
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 11:43 - Ultimo agg. 22:42
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Non solo fiori ma anche oggetti di valore rubati dalla tomba di Michele Merlo, il giovane cantante morto nel 2021 a causa di una leucemia fulminante. La denuncia arriva dalla mamma Katia Ferrari, che si è sfogata sui social dopo aver notato che dalla tomba del figlio, nel cimitero di Rosà (suo paese di origine in Veneto) erano spariti alcuni oggetti e regali lasciati per Michele. 

«Sono già arrabbiata con questo mondo, dove purtroppo devo e sto sopravvivendo.

Ma ancora di più con chi si permette di prendere (rubano) i regali di Michele» scrive la donna su Instagram.  

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Il dolore della mamma: «Un gesto ignobile» 

Un gesto veramente "ignobile" scrive la mamma che continua: «Non parliamo dei fiori, ma è sparito un suo anello con una M e oggi mi sono accorta che manca una tazza con un bassotto. Per chi fosse stato: hai fatto un gesto veramente ignobile! Devi solo vergognarti».

 

Michele Merlo, la battaglia della famiglia per la verità 

Michele Merlo era conosciuto anche come Mike Bird ed era diventato famoso grazie alla sua partecipazione ad Amici. Poco tempo dopo però è mort a causa di una leucemia fulminante: nonostante si fosse recato da un medico, la malattia non era stata subito individuata e in pochi mesi non le ha lasciato scampo. Da allora la famiglia è convinta che una diagnosi tempestiva avrebbe potuto salvare Michele e si sono rivolti al tribunale per chiedere verità sulla morte del ragazzo.

Il ragazzo accusava un forte mal di testa, aveva lividi sul corpo segni che secondo il medico consulente della famiglia avrebbero dovuto far accendere un campanello di allarme. Ma il medico che lo aveva visitato lo rimandò a casa con una diagnosi errata. Il giorno dopo, con le condizioni peggiorate di salute era tornato al pronto soccorso dove nuovamente la malattia non era stata individuata. Alla fine la diagnosi è arrivata all'ospedale di Bologna ma era troppo tardi: "Una condotta diligente dell'indagato avrebbe permesso di avviare il trattamento terapeutico previsto e di svilupparne l'efficacia in tempo utile evitando il decesso" ha affermato l'avvocato della famiglia. Secondo l'accusa, il un'azione tempestiva il ragazzo aveva il 90-95% di possibilità di salvarsi, soprattutto perché giovane e senza altre patologie. 

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