Il sindaco Orlando iscrive all'anagrafe 4 migranti: sfida al decreto sicurezza

Il sindaco Orlando iscrive all'anagrafe 4 migranti: sfida al decreto sicurezza
Venerdì 1 Febbraio 2019, 22:19 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 07:34
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Sono stati firmati oggi pomeriggio dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, i primi quattro provvedimenti per l'iscrizione all'anagrafe di stranieri, dai 26 ai 49 anni, libici e bengalesi, con permesso di soggiorno in corso per motivi umanitari e come richiedenti asilo. Un atto che nel decreto Salvini è ritenuto vietato. Il sindaco Leoluca Orlando ha firmato i primi provvedimenti connessi all'applicazione dello Statuto Comunale, della legge nazionale e della Costituzione in materia di esercizio di diritti soggettivi inalienabili legati alla residenza. In particolare il Sindaco, avendo ricevuto dall'Ufficio d'Anagrafe le pratiche di iscrizione anagrafica di alcuni cittadini stranieri ritenute «irricevibili», ha disposto che le stesse siano comunque sottoposte alle verifiche di legge (quindi i controlli da parte della Polizia Municipale sull'effettiva residenza in città) e, in caso di verifiche positive, che si proceda alla iscrizione anagrafica e al rilascio della residenza.

Come aveva già annunciato, il Sindaco ha confermato che in caso di definitivo accoglimento della richiesta di iscrizione, la stessa avvenga sul portale anagrafico utilizzando le sue personali credenziali d'accesso, assumendosi quindi la piena ed unica responsabilità dell'atto amministrativo. «Gli atti firmati da Orlando analizzano la situazione normativa determinata dall'entrata in vigore dell'art.13 della legge 132/2018 (c.d. 'Decreto Sicurezzà) definendo il quadro complessivo come di 'evidente difficoltà interpretativà, a seguito dell'asserito conflitto fra norme tutt'ora in vigore», spiegano dal Comune. Scrive infatti il Sindaco che «se le iscrizioni e variazioni anagrafiche dello straniero regolarmente soggiornante sono effettuate alle medesime condizioni dei cittadini italiani, se la dimora dello straniero si considera abituale raggiunti i tre mesi di ospitalità in un centro di accoglienza, se la dimora abituale è fondamento della residenza e se, infine, è fatto obbligo ad ognuno di chiedere la iscrizione nell'anagrafe del Comune di dimora abituale, ne deriva che tale iscrizione risulterebbe doveroso sia chiederla che ottenerla (ove non esistano altri elementi ostativi a seguito delle verifiche di legge), anche utilizzando documenti differenti da quello del permesso di soggiorno, ma ugualmente idonei ad attestare la regolarità del soggiorno medesimo per le finalità anagrafiche».

Inoltre, secondo Orlando, il Sindaco è obbligato dalla legge a «soppesare in modo ponderato gli interessi pubblici e privati emergenti, essendo per altro il rispetto e la garanzia di questi ultimi una parte essenziale della costruzione di condizioni di legalità e sicurezza per la comunità locale».
In particolare, i quattro provvedimenti firmati oggi dal Sindaco riguardano cittadini di nazionalità Bengalese o Libica, uomini e donne di età compresa fra 26 e 49 anni, tutti in possesso di regolare permesso di soggiorno in corso di validità o per motivi umanitari, protezione internazionale o come richiedenti asilo. Le pratiche analoghe già all'esame dell'Uffiicio di Anagrafe e Stato Civile e gli appuntamenti per la ricezione delle stesse sono complessivamente circa 200. «Firmare questi atti - afferma Orlando - è per un Sindaco che ha giurato fedeltà alla Costituzione ed allo Statuto Comunale un atto praticamente dovuto, perché questi due 'estremì del nostro Diritto, in sintonia l'uno con l'altra, ci dicono che la tutela dei diritti collettivi va di pari passo con la tutela dei diritti dei singoli perché solo così si garantisce e si costruisce vera sicurezza di tutta la comunità locale». «Questo è un provvedimento Amministrativo, che ha basi giuridiche ed amministrative solide, anche se so già che qualcuno parlerà di provvedimento politico per distogliere dal suo contenuto più profondo: la tutela dei diritti di tutti e di ciascuno, come garanzia delle libertà per tutti e per ciascuno», conclude Orlando.
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