Migranti, missione Guardia costiera: così funzionano i soccorsi

In condizioni particolarmente avverse decisiva la collaborazione con la marina e l'aeronautica

Migranti salvati
Migranti salvati
di Gigi Di Fiore
Sabato 11 Marzo 2023, 08:08 - Ultimo agg. 12:56
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L'ultimo salvataggio mercoledì scorso al largo di Lampedusa. Una motovedetta della Guardia costiera ha recuperato 38 migranti che erano a bordo di un'imbarcazione affondata. È l'attività di un corpo marittimo istituito nel 1865, che dipende dai ministeri dei Trasporti, dell'Agricoltura e dell'Ambiente, ma può svolgere compiti per conto anche di altri ministeri. Come il ministero dell'Interno, nella mission legata alla gestione dei migranti e agli accordi internazionali di Frontex. Un organico di 10200 persone, di cui il 12 per cento donne, con 557 mezzi navali, 4 aerei e 14 elicotteri: è la Guardia costiera italiana, cui è affidata la gestione e vigilanza delle coste e dei porti, oltre agli interventi di salvataggio in mare.

Dal Comando generale a Roma dipendono 15 Direzioni marittime in più regioni, 55 Capitanerie di porto e 51 Uffici circondariali marittimi. In Calabria, ad esempio, teatro del tragico naufragio di Cutro, c'è una sola Direzione marittima a Reggio Calabria e 5 Capitanerie di porto a Corigliano calabro, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone da cui dipendeva l'attività al largo di Cutro.

«La nostra attività di soccorso e le regole di ingaggio per le imbarcazioni in difficoltà di migranti sono regolate da convenzioni internazionali e dal Piano marittimo nazionale di salvataggio» spiega il comandante Cosimo Nicastro, portavoce del Comando generale della Guardia costiera.

Che aggiunge: «L'ultimo aggiornamento tecnico del Piano risale al 2020, ma gli accordi di Frontex disciplinano i nostri ambiti di intervento e il rapporto con gli altri organismi, nei salvataggi e negli avvistamenti».

Oltre alle imbarcazioni della Guardia costiera, possono intervenire nei salvataggi le motovedette della Guardia di finanza, come i mezzi dei carabinieri, della Marina e dell'Aeronautica militare.

La ricerca e soccorso a mare delle imbarcazioni di migranti è regolata dagli accordi internazionali dell'operazione Frontex. Solo nel 2021, la Guardia costiera è intervenuta in 300 operazioni di salvataggio di migranti. Ne sono stati soccorsi in totale 22.300. Un'attività che ha impegnato 374 uomini, con 36 soccorritori intervenuti in acqua.

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Ma cosa prevedono le regole di intervento della Guardia costiera? Il Piano Sar marittimo, in sintonia con gli accordi di Frontex che prevedono il coordinamento tra i diversi Paesi nella segnalazione e nel soccorso delle imbarcazioni in difficoltà, disegna tre scenari. Tre diverse regole di ingaggio per la Guardia costiera. Si parte da una situazione di minore difficoltà a quella del naufragio con mare in tempesta. L'intervento può avvenire con «mezzi specializzati» o «mezzi concorrenti», pattugliatori, motovedette, navi e elicotteri. Nello scenario meno drammatico, il coordinamento è svolto in prima persona dalla Guardia costiera. La «seconda situazione operativa», che era quella di Cutro, prevede «condizioni meteomarine particolarmente avverse e distanza dalla costa tali che le risorse a disposizione delle Capitanerie di porto sono inadeguate».

Al soccorso sono allertate altre autorità statali, con la richiesta di intervento alla Marina militare e all'Aeronautica. Importante, naturalmente, resta il primo avvistamento e quindi la segnalazione delle imbarcazioni in difficoltà, che non sempre è fatto dai mezzi della Guardia costiera. Nel terzo caso, più grave, quello di disastri in mare, la direzione delle operazioni è affidata al Comando generale. Fondamentale resta il coordinamento tra i diversi corpi che possono intervenire nel soccorso. A Cutro, il primo avvistamento è stato di un aereo Frontex, che ha attivato una motovedetta della Guardia di finanza. «Nessuna segnalazione telefonica ci è arrivata dai migranti presenti a bordo dell'imbarcazione» ha specificato 11 giorni fa il Comando generale della Guardia costiera.

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