Migranti, a Roma è allerta per i malati di scabbia

Migranti, a Roma è allerta per i malati di scabbia
di Laura Bogliolo
Lunedì 15 Giugno 2015, 06:00 - Ultimo agg. 11:33
3 Minuti di Lettura

Lunghi viaggi in condizioni igieniche disperate, nessun controllo e torna la scabbia, malattia della povertà. Roma come Milano per l'emergenza profughi ammassati in strada, ma anche per le condizioni sanitarie critiche. Un flusso continuo di migranti accampati prima davanti al parcheggio dei pullman a Tiburtina poi nel centro Baobab di via Cupa e solo in piccola parte nella tendopoli realizzata sabato dalla Croce Rossa in un'area esterna alla stazione Tiburtina.

«Abbiamo riscontrato qualche caso di scabbia» ha detto ieri Flavio Ronzi, presidente della Croce Rossa di Roma.

Nel polveroso slargo, dove ieri ha fatto un sopralluogo anche il sindaco Ignazio Marino, e in via Cupa si cerca di evitare la trasmissione della scabbia «separando eventuali casi - ha aggiunto Ronzi - per evitare possibili trasmissioni tra loro».

I volontari visitano i profughi con un'unità mobile in via Cupa e da sabato con una tenda-ospedale nel campo dove sono stati creati 250 posti letto, docce, bagni chimici e una mensa. Ma solo un centinaio su circa 750-800 hanno accettato di trasferirsi nella tendopoli: temono di essere portati negli uffici della Questura per essere identificati. Il trattato di Dublino li costringerebbe a restare in Italia. Controlli sanitari anche sui bimbi (ce ne sono un centinaio): ieri cinque pediatri della Cri sono andati in via Cupa. Nella piccola stradina davanti le mura del cimitero Verano la situazione peggiora sempre di più: a ogni ora sostano centinaia di profughi, soprattutto eritrei.

«Sono aumentati, saranno 900, molti partono, ma ne arrivano altri: una trentina questa mattina (domenica n.d.r.) sono arrivati dalla Sicilia» spiegava ieri fuori il centro Baobab Alema Yrgaalem, da dieci anni volontario della struttura autogestita da immigrati. Volti nuovi ieri pomeriggio, il ricambio è continuo. Resta la preoccupazione per la scabbia, per gli arrivi di profughi sbarcati solo da pochi giorni, sfuggiti ai controlli sanitari in Sicilia. «Roma affronta un'emergenza nazionale e europea» ha scritto ieri su Twitter il sindaco.

I CONTROLLI

«La scabbia - ha precisato Ronzi - non è una patologia pericolosa, è una patologia dermatologica che si può contagiare se ci si scambiano i vestiti o se si dorme insieme». Insieme, come fanno i profughi sui barconi e poi in strada al Tiburtino, dove i cartoni diventano letti. «I casi di scabbia riscontrati - ha aggiunto Ronzi - sono stati già trattati e la situazione del contagio scabbia è sotto controllo. Grazie a un protocollo d'intesa con la ASL RmB e RmA stiamo garantendo attraverso il camper sanitario il trattamento per i casi di scabbia, sia immediato sia controllando eventuali recidive nei giorni successivi».

La tendopoli «ci consentirà di controllarli anche dal punto di vista socio-sanitario» ha commentato l'assessore alle Politiche sociali Francesca Danese che ieri ha fatto un sopralluogo nel campo allestito della Cri, ringraziando Acea «che si è attivata immediatamente per portare l'acqua» e «i tanti romani che stanno portando viveri e vestiti ai profughi». Tra una ventina di giorni verrà aperta una struttura in via Mecenate (l'ex Hotelferr di proprietà di Rfi) con 100 posti a disposizione «per cui abbiamo trovato fondi europei - ha aggiunto Danese - non stiamo spendendo risorse del bilancio comunale». Poi ha annunciato «una riunione con l'Anci e con le Regioni».